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lunedì 18 luglio 2022

Scrigno di zucchine

Cari amici come state?  
Siete anche voi dei guerriglieri del solleone?
Io non ho ancora avuto modo e voglia di andare al mare quindi sembro una di quelle anime triste colorate di smorto. 
Lo so, ma non è che poi ci tenga così tanto. 
Il mare nei mesi più caldi ha la capacità di ridurmi ad un essere mitologico metà uomo sudato e metà donna isterica. 
Aspetto le ferie, questo si. 
Non che abbia grandi scelte sulla destinazione né, in verità, grandi possibilità, quindi ci accontenteremo di ciò che passa il convento. Ma la sola idea di due settimane di dolce far niente ovunque sia, mi fa scattare un brivido di piacere che neanche un ghiacciolo lungo la schiena! 
Ho ancora una ventina di giorni, che mi paiono un'eternità, ma tengo duro e poi staccherò tutto dal resto del mondo. 
Intanto vi lascio una ricetta coraggiosa, se avrete l'ardire di accendere il forno. 
Ma è così buona che poi non vi pentirete di aver trasformato la vostra cucina nell'antro di Satana.
Facile. Facilissima. 
Solo il tempo di saltare le zucchine e foderare lo stampo. Non c'è molto di più da fare. 
Inoltre sensi di colpa pochissimi. 
Sono solo zucchine e ricotta freschissima, il tutto raffreddato da un zig di menta che ci sta da Dio. 
Buone vacanze amici. 

Ingredienti per uno stampo da 18 cm di diametro 
7 fogli di pasta fillo
1500 g di zucchine chiare 
500 g di ricotta 
1 cipolla bionda 
1 mazzetto di menta
80 g di pecorino toscano 
olio extravergine 
sale - pepe nero macinato fresco qb 
  • Preparate le zucchine: lavatele e tagliatele a rondelle. Tritate la cipolla finemente e fatela passire in una larga padella con 2 cucchiai d’olio extravergine. Quando sarà morbida e traslucida, versate le zucchine e fatele trifolare a fiamma media mescolando via via, fino a che non saranno cotte ma ancora al dente. Salate, pepate e aggiungete qualche fogliolina di menta per insaporire. Fate raffreddare. 
  • Accendete il forno a 180° e spennellate lo stampo con olio extravergine. Foderate la teglia con i fogli di pasta fillo. La pasta dovrà sporgere dai bordi per poi essere richiusa sul ripieno a riempimento. Cominciate disponendo un foglio lungo l’altezza del vostro cerchio. Sistematelo con cura facendo sbordare la pasta e spennellatelo con olio su tutta la superficie. Proseguite con il secondo, disponendolo a formare una croce su quello precedente. Spennellate. I restanti 4 fogli dovranno essere disposti a completare una stella con i primi due, sempre disponendoli con cura e spennellando ad ogni nuovo posizionamento. 
  • Riempite il vostro guscio con metà delle zucchine. Scolate bene la ricotta, aggiungete il pecorino, la menta, una macinata di pepe e poco sale e mescolate con cura. Disponete la ricotta in uno singolo strato sulle zucchine e completate con le rimanenti sulla ricotta. Richiudete la pasta fillo sul ripieno e spennellate. 
  • Disponete il rimanente foglio su una spianatoia, spennellatelo con l’olio e con un coltello affilato ricavate 5 strisce sul lato dell’altezza. Create una decorazione ondulata come se le strisce fossero dei nastri, sulla cima del vostro scrigno. 
  • Mettete in forno e cuocete per circa 40 minuti o comunque fino a che la pasta non sia bella dorata. Fate raffreddare 10 minuti e servite calda o tiepida. Si conserva in frigo per 3 giorni. 


giovedì 5 settembre 2019

Torta verde con zucchine trombetta: i soliti propositi.

Hello again - Nei Diamond 
Che stranezza, che emozione, che imbarazzo.
Ricominciare a scrivere sul blog dopo tanto tempo.
Mi sono chiesta se qualcuno passi ancora da queste parti o se, vista la "Vacancy" dell'amministratrice di condominio, abbia deciso di cambiare compagnia definitivamente.
Poi mi è caduto un occhio sul contatore visite ed ho avuto un tuffo al cuore leggendo dei sei milioni di visualizzazioni superate.
Non me lo so spiegare...come dice il buon vecchio Tizzi.
Sono dinamiche che non capisco e che non ho mai voluto sondare, visto che questo blog è scevro da strategie marketing, SEO e ammennicoli vari.
Male, dirà qualcuno.
E forse è così: un giorno, tanti anni fa ho anche sognato che scrivere di cibo e cucinare potesse diventare una professione investendoci tempo e tanta energia, ma per un motivo o l'altro, il primo del quale era che un lavoro vero e bellissimo io ce l'avevo già, ho fatto una scelta che con molta probabilità è stata quella giusta.
Così non so proprio perché io senta ancora il bisogno di tornare qui, di scrivere, di lanciare parole nell'etere.
Schizofrenia galoppante, probabilmente.
Anzi, dirò di più: faccio progetti di ammodernamento della casa (questa), penso a ricette che vorrei condividere e a cose che vorrei raccontare, insomma ho ancora voglia di confrontarmi con questo spazio volatile che è il web.
Il problema come sempre, resta uno: il tempo da dedicargli.
Che essendo pochissimo, viene oggi distribuito tra famiglia e qualche altra passioncina che al momento non ho voglia di trascurare.
Nove anni fa, quando ho avuto la malsana idea di buttarmi in questa avventura, avevo 9 anni in meno, più energia e meno saggezza.
Vediamo se riuscirò a non lasciar morire d'inedia il mio povero Andante con gusto.
Al momento ci sono quasi riuscita.
La torta verde.
Non è un nome a caso: fa parte della tradizione delle torte salate liguri e primariamente deve il suo nome al ripieno originario, che è in genere di erbette di stagione.
Ma la mia amica Fausta, me l'ha fatta assaggiare la prima volta a casa sua con il ripieno di queste zucchinette strepitose, così buone e delicate da poter essere mangiate crude condite semplicemente con olio e sale.
Lei le aveva messe nella torta che abbiamo mangiato per cena, ancora leggermente tiepida di forno: una vera poesia. Ricordo di avere fatto un paio di bis, sia mai che non capisse che mi piaceva.
Così quando il consorte è tornato dalla Liguria con un cartoccio di questi serpenti verdini, il desiderio immediato è stato quello di replicare la ricetta di Fausta, con un pensiero speciale a questa amica che il Blog mi ha regalato fin dal primo momento e che tengo stretta nel mio cuore.
D'altronde Fausta mi ha insegnato un'altra ricetta a cui sono affezionatissima, ed è la Stroscia, anche questa legata al suo territorio ed uno dei dolci più buoni e semplici che si possano assaggiare, per lo meno secondo i miei gusti.
Nella torta verde ho aggiunto un poco di ricotta come variante personale, ma non è assolutamente necessaria, perché il ripieno di sole verdure è già comunque buonissimo.
Vi invito a provarla: si può anche congelare e gustare più avanti per riportare un po' d'estate nel piatto.

Ingredienti per 6/8 persone
Per la sfoglia
220 g di farina 0
3 cucchiai d'olio extravergine Riviera Ligure Dop
1 cucchiaino raso di sale
110 g di acqua (da valutare quanto ne assorbirà la vostra farina - il composto deve essere malleabile ma non molle).

Per il ripieno 
800 g di zucchine trombetta tagliate a rondelle
1 cipolla bionda media
4 uova
40 g di parmigiano grattugiato
40 g di pecorino toscano grattugiato
200 g di ricotta fresca
30 g di riso crudo (potete usare l'Originario o il Roma o quello che avete)
maggiorana, o basilico o prezzemolo o l'erba aromatica che più amate.
Olio extravergine e sale qb
Sale Maldon in fiocchi per rifinire
  • Preparate la sfoglia: su una spianatoia impastate gli ingredienti aggiungendo l'acqua poco alla volta in modo da ottenere una pasta morbida ma non appiccicosa. Formate una palla, metttetela in una ciotola oleata, coprite con pellicola e lasciatela riposare mentre preparate il ripieno 
  • Tritate la cipolla finemente e fatela passire dolcemente in una larga padella con 3 cucchiai di olio extravergine. Quando sarà trasparente e morbida, aggiungete le zucchine, alzate leggermente la fiamma e cuocetele mescolandole bene per insaporirle, fino a che non saranno belle trifolate e dorate. Aggiustate di sale e mettete da parte.
  • In una grande ciotola versate le uova e sbattetele, aggiungete i formaggi, la ricotta, le zucchine le erbe aromatiche ed il riso (non abbiate paura, si cuocerà durante il passaggio in forno assorbendo l'umidità eccessiva) e mescolate bene tutto 
  • Una volta pronto il ripieno, stendete la sfoglia. Dovrete dividerla in tre parti uguali e su una spianatoia leggermente infarinata, cominciate a tirarla sottilmente. Io dopo una prima stesa, procedo con le mani, come si fa con la pasta matta per lo strudel, allargando con delicatezza la sfoglia sul dorso delle mani, dal centro verso i bordi. Bisognerà insistere un po' più sui bordi che sono la parte che resta notoriamente più spessa.  Adagiate la prima sfoglia in una teglia oleata da pizza e fate in modo che la sfoglia sbordi di qualche centimetro. Spennellatela con olio extravergine quindi sovrapponetevi la seconda sfoglia che avrete steso come la precedente. Questa non dovrà fuoriuscire quindi ritagliate il bordo in modo che quest'ultima sia grande quando la teglia. 
  • Riempite il guscio con il ripieno e stendetelo bene. Coprite il ripieno con il resto della sfoglia: vedrete che ne avanzerà di più di quanta ve ne serva per una sola sfoglia. Potrete sicuramente ricavare un altro paio di sfoglie sottili. Non preoccupatevi se saranno irregolari, la prima può anche solo coprire il ripieno mentre la seconda dovrà avere dei margini leggermente più grandi per poter essere sigillata con quella della base. L'importante è che, come quando si usa la pasta fillo, tra le due sfoglie ci sia sempre una spennellatina di olio. 
  • Adesso chiudete il guscio, unendo i bordi delle due sfoglie e sigillandole formando un cordoncino arrotolato su se stesso. Se il bordo è tanto, regolatelo voi tagliandolo con le forbici. Il cordoncino non dovrà essere troppo spesso, altrimenti la cottura risulterà non uniforme. 
  • Spennellate finalmente con altro olio extravergine e cospargete con fiocchi di sale. Con la punta delle forbici effettuate dei piccoli tagli in superficie, qui e là per far fuoriuscire il vapore in cottura. 
  • Cuocete in forno preriscaldato a 180° per 30/45 minuti, fino a che la superficie non sia ben dorata e gonfia. Servite tiepida ma anche a temperatura ambiente. Perfetta per un antipasto ma anche come un gustoso piatto unico. 


giovedì 6 settembre 2018

Lasagne al pistacchio e zucchine: sindrome da nido vuoto.

Bye bye Blackbird - Joe Cocker
E' sempre molto strano parlare di cibo italiano quando ci si trova in un paese straniero.
In particolare in un luogo dove la pasta è qualcosa di poco considerato, se non al ristorante, e quindi sempre di eccezionale diversità.
Di ritorno dall'Irlanda da un paio di giorni, dove ho trascorso una settimana a casa della famiglia irlandese che ospiterà mia figlia per i prossimi nove mesi, mi sento alquanto frastornata.
Si, la mia "piccolina" affronterà la sua prima vera sfida "da grande" della sua giovane vita.
E se da una parte so che sarà una sfida dura per lei, mi rendo conto che i più fragili saremo mio marito ed io che ci troviamo improvvisamente la casa vuota.
Al momento vivo questi giorni con un misto di incoscienza e naturalezza poi non so.
Vi dirò.
Intanto ho cercato di accattivarmi la simpatia della famiglia ospitante, preparando qualche piatto italiano della tradizione.
Qualcosa di famoso ma alternativo nel contenuto, come potrebbe essere una lasagna con pesto di pistacchi e zucchine, che ha dentro il colore simbolo di questo paese meraviglioso: il verde brillante!
La preparazione non è così complessa come sembri ed il risultato mi ha molto intrigata: pesto di pistacchi di Bronte preparato con dell'ottimo extravergine, una manciata di mandorle, parmigiano e basilico freschissimo, sposato a della vellutatissima Bechamelle non troppo densa.
La sfoglia sottile è stata alternata alla salsa al pistacchio ed a zucchine fiore trifolate profumate di menta selvatica per avere un contrasto di maggiore "sostanza" al taglio.
Facile ed anche veloce.
Potrete usare della sfoglia fresca confezionata per non impegnarvi troppo.
L'importante è che sia piuttosto sottile per conferire all'insieme maggiore delicatezza.

Ingredienti per 4 persone
300 g di sfoglia all'uovo fresca, sottile
300 g di bechamelle fatta in casa (vedi la ricetta in questo post)
200 g di parmigiano
150 g di pesto di pistacchio
300 g di zucchine fiore freschissime
1 piccola cipolla bionda
qualche foglia di menta selvatica.
olio extravergine d'oliva (io Chianti Dop).

Per il pesto di pistacchio 
200 g di pistacchi di Bronte sgusciati e privati della pellicina
100 ml di olio extravergine d'oliva
40 g di basilico pulito
50 g di parmigiano grattugiato
25 g di mandorle senza pelle
sale qb
  • Preparate il pesto mettendo tutti gli ingredienti in un bicchiere da mixer a immersione avendo cura di aggiungere olio extravergine se il composto risultasse poco cremoso. Immergete il mixer e frullate velocemente gli ingredienti emulsionando per arricchire con aria. Quando avrete ottenuto una crema lucida e vellutata, interrompete. La lama non si deve scaldare per non ossidare gli ingredienti. 
  • Adesso in una larga ciotola versate la bechamelle ed aggiungete il pesto ottenuto, miscelando bene con una frusta per ottenere un composto omogeneo. Coprite con pellicola e tenete da parte mentre preparate le zucchine.
  • Lavate ed affettate finemente le zucchine. Tritate la cipolla. Versatela in una larga padella con 2 cucchiai colmi di olio extravergine. Fatela passire a fiamma dolcissima, se necessario aggiungendo poca acqua. Quando la cipolla sarà morbida e trasparente, aggiungete le zucchine, alzate leggermente la fiamma e fate cuocere mescolando via via, fino a quando non saranno dorate e ben trifolate. 
  • Adesso assemblate la lasagna. In una teglia rettangolare o in teglie mono porzione come ho fatto io, distribuite a strati un cucchiaio colmo di salsa al pistacchio (spargendolo bene sulla base), la sfoglia a coprire la base e di seguito bechamelle al pistacchio, zucchine e una generosa manciata di parmigiano. Continuate cosi fino ad esaurimento degli ingredienti. 
  • Per l'ultimo strato, coprite la lasagna con l'ultima sfoglia, uno strato leggero di salsa e rifinire con tanto parmigiano che formerà una bella crosticina gratinata. 
  • Cuocete a 180° fino a che non otterrete una bella superficie dorata e croccante. Servite subito. 



lunedì 25 settembre 2017

Cake agli zucchini e cioccolata per Starbooks

Wake me up when September ends - Green Day
Si possono fare dolci con le verdure?
Certo, pensiamo alle carote, la zucca o addirittura alle bietole.
Ma con le zucchine ci avete mai provato?
A me piace la sperimentazione e questa ricetta, nata dalla mente sempre in moto di Martha Stewart, è stata una vera e propria sorpresa.
Ma se volete saperne di più, vi invito ovviamente a visitare il sito Starbooks.
Buona lettura.


mercoledì 30 settembre 2015

Fusilli bucati con zucchine grigliate e salmone: la ragazza delle lettere

Titolo canzone
A volte parlando con mia figlia, ho l'impressione di essere stata adolescente un milione di anni fa.
Certo è che la tecnologia (e la velocità con cui evolve), non aiuta ad illudersi che 2 generazioni di differenza (quasi tre) non siano poi un'eternità.
Per ironia della sorte, l'asparagina ha da poco cominciato la scuola superiore.
La stessa che ho frequentato io ben 30 anni fa (gosh)!
La sede è la stessa: un vecchio e decadente palazzo storico del centro di Siena, che nasconde affreschi, soffitti a volta, stucchi e spioncini da cui si riesce a sbirciare all'interno del Museo dell'Opera Metropolitana.
E' probabilmente uno dei palazzi più antichi arroccato nel cuore del cuore stesso cittadino.
Solo adesso mi rendo conto che la mia vecchia scuola è un Museo mascherato da istituto scolastico.
A parte questa parentesi nostalgica, il sistema del liceo è completamente cambiato: laboratori attrezzati, LIM, aule tematiche.
Gli studenti non hanno più la propria aula ma la cambiano ad ogni ora come nel sistema anglosassone. L'idea mi piace talmente che se potessi tornerei a scuola immediatamente.
Mentre ascolto mia figlia raccontare le sue giornate, i professori, i gruppi di lavoro su "uozzap" (aperti dagli insegnati per il filo diretto con gli studenti), cerco di ricordare, non senza una certa fatica,  come facessi io alla sua età. Come facevamo?
Lo chiedo anche a voi perché oggi, se mi guardo indietro, mi sembra di essere una cariatide.
Come facevamo senza internet, e.mail, telefono?
Fare una ricerca significava andare in biblioteca o attaccarsi all'Enciclopedia che i nostri genitori compravano a rate, e che non poteva mancare in una casa...al solo pensiero di quei volumi elefantiaci, mi vien male.
Vaglielo a spiegare che se dovevamo acquistare un biglietto per un concerto, facevamo la fila per ore al negozio di articoli musicali e spesso ce ne tornavamo a casa a mani vuote.
Se avevamo un'emergenza, nel borsellino c'era sempre un gettone ed una cabina telefonica da conquistare.
Le amicizie e l'amore volavano su carta perché noi scrivevamo lettere.
No messaggini,  uozzappate o feisbuk.
Noi sceglievamo la carta, il colore della penna.
Ci perdevamo dietro al racconto di emozioni e nostalgie e nonostante l'urgenza di dire, di svelare, sapevamo aspettare il tempo di una risposta. Ogni volta che trovavi una lettera in cassetta era un evento e leggerla diventata un rito, perché ci si nascondeva: in camera, in giardino, in bagno a seconda di chi fosse il mittente. E poi c'erano le scatole in cui riporla, lontano dagli sguardi della famiglia.
Come faccio a spiegare a mia figlia quanto fosse bella l'attesa di una lettera o di qualsiasi altro momento agognato quando la realtà ha completamente distorto il valore del tempo (alias tutto e subito)?
Ma poi, era davvero meglio prima o sto diventando esattamente uguale a mia madre, che non ha mai smesso di ripetermi quanto sono stata fortunata perché ai suoi tempi non aveva nulla?
Oggi mi sento la testa bucata come questi fusilli!
In questo periodo, si possono ancora trovare ottime zucchine.
Io prediligo quelle tonde, sode e non troppo grandi.
Le affetto con cura allo spessore di 3/4 millimetri e con tanta pazienza le griglio sulla bistecchiera e le mangio aggiungendole praticamente a tutto: ad un bel pollo a bocconcini saltato in padella con olio e limone e glassato con un filo di miele; ci faccio un carpaccio con parmigiano, noci e un'emulsione di extravergine e vin cotto; le faccio diventare delle piccole mille foglie ripiene di fiordilatte e pesto di pomodori secchi....insomma sono la mia verdura preferita del momento.
Le zucchine grigliate sono finite anche in questa pasta, veloce veloce e molto saporita, che valorizza il salmone fresco (che non mangiamo mai abbastanza ma che è una riserva illimitata di Omega 3).
A noi è piaciuta un sacco!
Ingredienti per 4 persone
320 g di fusilli bucati
400 g di filetto di salmone fresco, privato di pelle e lische
1 zucchina tonda grande bella soda
4 cucchiaini di Pesto Rosa La Gallinara
mezzo bicchiere di vino bianco secco
una manciata di mandorle a lamelle
Olio extravergine
Sale - pepe nero macinato fresco
Lavate bene, private del picciolo ed affettate la zucchina tonda in rondelle dallo spesso di si 3/4  mm
Su una piastra ben calda, grigliatele su entrambi i lati per 3 /4 minuti per lato, fino a che non vedrete le caratteristiche strisce della grigliatura. Tenetele da parte.
In una larga padella antiaderente, versate un filo d'olio, fatelo scaldare e rosolatevi bene il salmone ridotto a dadi non troppo piccoli.
Quando i pezzetti saranno ben rosolati, alzate la fiamma al massimo e versate il vino. Fate sfumare, quindi salate e tenete in caldo
Intanto avrete messo a bollire abbondante acqua salata e starete cuocendo la pasta secondo le indicazioni previste dalla confezione.
In un saltapasta, vesate il pesto rosa e diluitelo con uno o due cucchiai di acqua di cottura.
Quando la pasta sarà cotta, versatela nel pesto e giratela a fiamma vivace, aggiungete il salmone e le zucchine tagliate a filetti non troppo piccoli e saltate velocemente il tutto.
Impiattate e rifinite con filetti di mandorle e pepe macinato fresco.
Servite immediatamente.


giovedì 10 aprile 2014

Io figlia di Carosello: spaghetti con zucchine, porro e polvere di pistacchio

Carosello - Sigla 1974
Due giorni fa mia figlia mi dice che come compito a casa deve guardare una pubblicità e come esercizio deve inventare uno slogan per un prodotto.
Mi parla di target, di idee, di novità, usando esattamente queste parole.
Sono ovviamente sorpresa e stupita e mi diverte molto il fatto che debba eseguire un simile compito.
Durante la cena a tavola, mio marito ed io raccontiamo come sia cambiato il modo di comunicare o invitare all'acquisto da quando lui ed io eravamo piccoli.
In particolare il modo di fare slogan, di descrivere un prodotto.
Inevitabilmente siamo finiti col parlare di Carosello.
Quelle di voi che che come me sono nate negli inossidabili anni sessanta ma anche ai primissimi settanta, sanno di cosa parlo: quel religioso momento che siglava la fine della giornata di noi bambini, perché dopo Carosello c'era solo il letto, ma durante era il divertimento della serata.
In una rutilante cavalcata dei ricordi interrotta solo dalle risate, mio marito ed io abbiamo riportato in vita Calimero, Jo Condor, El Dindondero, Carmencita, l'incazzosa e spassosissima Linea, Mariarosa ognicosasaifartu, la famiglia degli Incontentabili, l'uomo in ammollo, Ciccicu Ciccicupeppè, Ringo e le sue avventure in rima, il brutale guanto borchiato di Petrus e la Dolce cara mammina, i fiori che spuntano dalla bocca ed il meraviglioso Ippopotamo parlante che anche se in bianco e nero, io vedevo rigorosamente rosa.
E ancora e ancora, con tutte le loro sigle, ricordate perfettamente in ogni nota e parola.
Potere della pubblicità!
Dal parlarne a passare su Youtube per guardare questi spot insieme a mia figlia è stato un attimo.
Credevo che fossero datati, che la loro forza stesse solo nel mio ricordo e nel divertimento per personcine semplici come eravamo allora, invece ho osservato Alice sorridere e desiderare di guardarne altri, facendomi domande su domande, curiosa di quegli anni per lei così lontani.
Perché alla fine di 40 anni passati attraverso un tubo catodico si tratta.
Così fortemente cementati nella memoria da travolgermi con un sentimento di struggente malinconia che per qualche minuto mi ha chiuso la gola.
E voi siete figlie del rito "a letto dopo Carosello"? Qual era il vostro indiscusso preferito?
Dai, ogni tanto semplicità.
Visto che tutti i miei amici che seguono questo blog dicono che faccio ricette troppo complicate.
Non capisco proprio il perché. Se mi dite che sono ricette che magari richiedono un po' più di tempo e di preparazione, magari posso essere d'accordo, perché se c'è un blog che fa cucina semplice, quello è proprio il mio.
La cucina ha bisogno di tempo, di predisposizione mentale.
Si può cucinare un uovo al tegamino ed un filetto alla Wellington ma per entrambi bisogna aver voglia di farlo.
Pretendere di cucinare meraviglie senza aver voglia di farlo, senza metterci la testa ed il cuore, è come partire per un viaggio e dormire tutto il tempo.
Che senso ha?
Ingredienti per 4 persone
350 g di spaghetti
5 belle zucchine fiore
1 porro
1 mazzetto di menta fresca
4 cucchiaini di pistacchio in polvere
150 g di ricotta secca
Olio extravergine Spello DOP Umbria Colli Assisi Spoleto
sale - pepe
Mettete a bollire l'acqua in una capiente pentola e salatela.
In una larga padella scaldate 3 cucchiai d'olio extravergine e fate passire il porro tagliato a fettine sottili anche nella parte verde e girate spesso fino a che non sarà bello morbido. Non fatelo bruciare, se necessario aggiungete un mestolino di acqua di cottura. Ci vorranno c.ca 5 minuti.
A questo punto aggiungete le zucchine affettate sottilmente a rondelle.
Alzate leggermente la fiamma e fate cuocere per altri 5/6 minuti.
Le zucchine devono restare croccanti.
Salate durante la cottura.
Buttate la pasta e fate cuocere secondo il tempo di cottura sulla confezione.
Scolate la pasta tenendo un po' di acqua di cottura. Versatela nel condimento di zucchine e saltatela un attimo con la ricotta grattugiata in precedenza.
Impiattate e spolverate con il pistacchio, decorate con le foglioline di menta e finite con un generoso filo d'olio extravergine.


giovedì 4 luglio 2013

Una mattina....

Una mattina - Ludovico Einaudi 
Il fatto che il tempo a nostra disposizione sia sempre troppo poco, troppo poco per fare qualsiasi cosa, dal rimettere a posto casa al telefonare ad una persona cara che non sentiamo da tanto, è purtroppo solo una mera giustificazione. 
E' amaro ammetterlo ma è così.
La nuda verità è che non vogliamo fermarci. 
Perché solo così ci sentiamo protetti dal dolore.
Fermarsi a pensare, ad ascoltare, a guardare, a sentire quello che proviamo. Troppo doloroso. 
Non voglio fermarmi ed ammettere che sto attraversando quella parte della mia esistenza in cui la vita mi toglie più di quanto sia in grado di donarmi; non voglio guardare i miei genitori acciaccati e stanchi di più ogni giorno che passa; non voglio vedere mia figlia che cresce in fretta ed in un lampo non sarà più mia, e forse anzi è così, mia non lo è mai stata; non voglio guardare il mio volto al mattino, stropicciato come un origami e contare una piega in più che non so come stirare. 
Eppure succede. 
Succede che una mattina ti ritrovi sola in casa, nel silenzio di una luce baluginosa seduta al tuo tavolo davanti ad una tazza di te. 
Nessuno con te, solo il tuo respiro lento.
E capisci che finalmente sei ferma, anzi, prima di te lo capisce il tuo pensiero, perché mille parole si precipitano nella tua testa, riempiono quello spazio che pensavi vuoto, lo colmano e premono, prima nella testa e dopo dentro il petto urlando di uscire. 
In un attimo tutto è chiaro.
Basterebbe fermarsi almeno una volta al giorno ed ammettere la propria fortuna. 
Perché non è mica peccato mortale sentirsi fortunati e felici. 
Non è che solo perché una ammette dentro di sé la propria felicità si rischia di essere puniti dal cielo. 
Il semplice fatto di non riuscire ad ammetterlo, ci fa diventare amari, egoisti, superficiali, piccoli esseri infelici. 
Siamo infelici perché non ammettiamo la nostra felicità.
Solo perché non abbiamo il tempo di fermarci a contare le cose belle della nostra vita, a guardarle, toccarle, a farci ricordare che siamo fortunati. 
Ancora una volta basterebbe un unico pensiero: sono qui, oggi.
Chi come me ama profondamente la musica di Ludovico Einaudi, proverà probabilmente la mia stessa emozione ascoltando i suoi pezzi, il suo tocco lieve sui tasti di quel pianoforte.
I pezzi di Einaudi sono viaggi. 
La sua musica riesce così fortemente a suggestionarmi che la mia mente parte a volo di gabbiano e sorvola oceani, foreste secolari, deserti viventi, ghiacciai, metropoli illuminate, laghi lucidi come specchi, notti buie come la pece ed albe piene di speranza. 
La sua musica è suggestione pura, incalza la mia anima a provare emozioni molto profonde e tutte conducono ad un viaggio dentro me stessa. 
Una musica intensa e bella mi fa salire le lacrime agli occhi. 
Einaudi riesce a farmi piangere. 
Ritorno a parlare di Siena & Stars e del suo Contest per ricordare a tutte voi che scadrà il prossimo 17 luglio, poco più di una settimana, e sono certa che molte ricette arriveranno allo scoccare della mezzanotte. 
Siete tutte Cenerentole, lo so! 
Dedico questo piatto alla musica di Einaudi: un semplice piatto di pasta con zucchine chiare, fiori di zucca, taggiasche e burrata perché nella musica di Einaudi c'è semplicità, gentilezza, note dolcissime spesso chiuse nell'amarezza di un modo minore. Un piatto facile, scorrevole com'è l'ascolto della sua musica, che ti lascia con un senso di lieve fame perché vorresti ascoltarne ancora e ancora. E di questa pasta vorrai chiederne il bis. 
Ingredienti per 4 persone
320 gr di Fusilli (io Garofalo)
3 zucchine chiare medie
8 fiori di zucca
200 gr di burrata freschissima
50 gr di olive taggiasche
4 filetti di acciughe sott'olio
1 spicchio d'aglio
un ciuffetto di foglie di menta fresca
Olio extra-vergine Riviera Ligure DOP
sale - pepe
Mettete l'acqua a bollire in una casseruola capiente e salatela.
In una padella antiaderente tipo wok, fate sciogliere i filetti di acciuga in 3 cucchiai d'olio ed insaporite con lo spicchio d'aglio senza fare soffriggere. 
Tagliate le zucchine a bastoncini. 
Eliminate il pistillo dai fiori di zucca e puliteli delicatamente con un panno. Tagliateli a strisce piuttosto grandi.
Una volta sciolta l'acciuga ed insaporito l'olio, versate le zucchine e fatele saltare per 5/7 minuti. Dovranno cuocere ma restare comunque croccanti. 
Aggiungete le olive taggiasche snocciolate e tagliate grossolanamente, e per finire i fiori di zucca. Aggiustate di sale e pepe e spegnete.
Cuocete i fusilli nell'acqua bollente e scolateli conservando un po' di acqua di cottura, ancora al dente. 
Versateli nel wok e fate saltare la pasta qualche istante, aggiungendo le foglioline di menta tagliate sottili e l'acqua di cottura se necessario.
Impiattate e distribuite la burrata ridotta a straccetti su ogni piatto. Servire immediatamente irrorando con un filo d'olio Riviera Ligure DOP.


VI ASPETTO AL CONTEST I PIATTI DELLE STARS




mercoledì 13 giugno 2012

Di nuovo Starbooks e questa volta si va in Grecia!

Zorba il Greco - scena finale (meravigliosa!)
L'esperienza Starbooks cominciata a gennaio, è stato un crescendo di sorprese e scoperte entusiasmanti. Abbiamo avuto incontri ravvicinati con la cucina tradizionale inglese attraverso le parole ed i piatti del grande Jamie Olivier; sotto la guida di Michel Roux, ci siamo persuase che l'uovo non è semplicemente un ingrediente di supporto alla maggioranza delle ricette ma un vero e proprio signore della tavola; abbiamo provato il brivido incosciente nello sfidare la cucina stellata di un grande chef italiano, Moreno Cedroni e siamo state fatte prigioniere dalle lusinghe verdi del grande Ottolenghi (e l'innamoramento ancora non passa).
Giugno è arrivato come un fulmine a ciel sereno (mica tanto) e parlare di azzurro, di mare, di isole non troppo lontane e di un popolo che, oggi più che mai è "una faccia, una razza", ci sembrava oltre che dovuto, doveroso. 
"La Cucina di Vefa - Vefa's Kitchen" è il nostro Starbooks di giugno. 
Un tomo esagerato, un libro libro, pesante, concreto, un volume di 700 pagine che rappresenta la "Bibbia" dell'autentica cucina di un paese che di cibo e storia ne ha da raccontare: la Grecia. Abbiamo solo 3 settimane per introdurci in questo stupefacente lavoro di raccolta realizzato da Vefa Alexiadou, ma cercheremo di farlo nella maniera più convincente possibile. Gli stimoli sono molteplici e le sfide irresistibili.
Molti di noi hanno viaggiato e visitato almeno una volta la Grecia. La maggior parte sulle isole durante le vacanze estive e molti altri nella Grecia continentale, in visita alla capitale ed itineranti alla scoperta degli splendori della Grecia Classica. La maggior parte di noi ricorda che il cibo è indubbiamente uno degli aspetti più piacevoli di questo paese, oltre alla ricchezza di meraviglie artistiche e storiche. Mussakà, insalata greca, Baklava, Tzatziki, Pitas, Uzo, ci rimangono nel cuore per sempre, eppure l'infinita varietà di piatti della tradizione gastronomica greca è inimmaginabile e la si scopre con dovizia di dettagli grazie al libro di Vefa. 
Un tradizione che assomiglia senza alcun dubbio alla nostra cucina meridionale, segno di una contaminazione passata attraverso i secoli e la storia e rimasta intatta nel tempo. Ecco perché "una faccia, una razza". Questo legame antico che ci fa guardare alla Grecia di oggi con uno sguardo doloroso ma comprensivo, preoccupato ma solidale come di fronte ad un fratello in difficoltà. 
Di questo immenso libro di cucina tratteremo 3 argomenti che abbiamo selezionato perché estremamente ricchi e basilari: le mezas, i dolci ed i piatti della tradizione. Come primo approccio, oggi troverete fantastiche Mezas, ovvero quei piatti che si servono in attesa del piatto principale, o semplicemente per "aspettare". Aspettare qualsiasi cosa: che il tempo passi, che la fame si plachi, che le chiacchiere tra amici si riempiano di cose buone. Sono una sorta di tapas golose, pranzi leggeri, piatti pensati per quando si ha necessità di poco perché il caldo è insopportabile. Personalmente, con un paio di mezas io faccio un pasto completo!
Se siete amanti dello spilucco, della scarpetta e dell'attesa sgranocchiante, non dovete ovviamente perdervi le strabilianti mezas che trovate dalle altre amiche Starbookers:
Saganaki di Cozze della Calcidica a casa di Menu Turistico
Antipasto cretese con pane d'orzo biscottato e frittelle di zucchine a casa di Ale Only Kitchen
Involtini di Melanzane al formaggio a casa di Vissi d'Arte e di Cucina
La nostra Cristina invece, è prigioniera del trasloco e per questo mese purtroppo non riuscirà a deliziarci con le sue ricette. 




Calamari e zucchini fritti - ingredienti per 4 persone
Come potete notare, anche questa ricetta, se non fosse per una particolare pastella che vede l'aggiunta dei bianchi montati a neve prima dell'utilizzo, è simile alla nostra frittura di totani e neanche noi ci facciamo mancare delle belle zucchine fritte sulla tavola nel loro periodo migliore. 
1 kg di piccoli calamari già puliti
olio extra  vergine per friggere
1 kg di zucchini tagliati in fette spesse 5 mm
sale
Per la pastella (si può utilizzare per entrambi quindi raddoppiate le dosi)
120 gr di farina 00
sale, pepe
1 cucchiaio d'olio
250 ml di birra o acqua frizzante
2 chiare d'uovo
Setacciate la farina con un pizzico di sale e pepe in una ciotola. Fate la fontana al centro e versate l'olio e la birra. Gradatamente mescolate per incorporare la farina fino ad ottenere una morbida pastella. Evitate di mescolare troppo. Lasciate riposare per almeno 1 ora (io in frigorifero). Quando pronta, battete i bianchi a neve ferma quindi aggiungeteli con delicatezza alla pastella ed incorporate gentilmente. 
Per gli zucchini: mettete le fette di zucchine in un colapasta e cospargetele di sale e lasciatele scolare per 2 ore (io ho usato piccole zucchine novelle quindi molto croccanti e con poca acqua e non le ho passate sotto sale).
Sciacquate bene le zucchine ed asciugatele quindi immergete le poco alla volta nella pastella e fateli friggere in olio bollente a 180/190°. Fateli friggere fino a che non sono dorati, quindi scolateli su carta assorbente. Serviteli con Tzatziki o Salsa all'aglio. 
Risciacquate i calamari sotto acqua corrente e scolateli. Lasciate interi i calamari lunghi c.ca un dito e tagliate ad anello quelli più grandi. 
Scaldate l'olio in una profonda padella per friggere e portatelo a 200°. Nel frattempo immergete i calamari nella pastella e scolate l'eccesso prima di immergerli nell'olio. Friggete i calamari e gli anelli pochi per volta nell'olio bollente per qualche istante fino a che non saranno dorati. Toglieteli con un mestolo bucato e fate scolare su una salvietta assorbente. Sistemateli sul piatto di portata, cospargeteli di sale e guarnite con spicchi di limone. Servite immediatamente con Tzatziki o Taramosalata.