Visualizzazione post con etichetta piatti freddi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta piatti freddi. Mostra tutti i post

giovedì 6 luglio 2023

Pomodori ripieni alla romana con patate novelle.

Avere i lavori in casa, dai muratori agli imbianchini, è una situazione che utilizzo spesso come maledizione per chi mi vuol male. Non c'è "va a quel paese" che tenga di fronte ad un "te possino un trasloco, anzi due". 
Esco da un 5 giorni di massacro allo scatolone, per svuotare la cucina ed il salotto di tutti gli ammennicoli ostacolo al lavoro degli imbianchini. Oggi hanno terminato ed il lavoro di riordino è cominciato. 
Ma anche una buona operazione di "decluttering", ovvero buttare nella rumenta tutto quello che ormai è lì a prender polvere. 
Pre i prossimi due giorni sarò presa dalla selezione scientifica di cosa finirà nel cassonetto e ciò che potrà ritrovare il suo posto sui pensili. 
Che fatica. Ho bisogno di 2 giorni di sonno intenso. Help. 
Il caldo vero è arrivato finalmente e la voglia di cucinare è sparita. Ancora qualche settimana e chiuderò i battenti fino a settembre. 
Intanto vi lascio questa ricetta che sicuramente conoscere ma che per me ha un significato speciale. 

I pomodori ripieni sono un classico della cucina romanesca estiva molto amato perché versatile e leggero e soprattutto buonissimo servito caldo di forno o a temperatura ambiente nelle bollenti serate del solleone. 

Richiede pero’ la scelta del pomodoro perfetto,  in questo caso il pomodoro “ramato” o quello che noi conosciamo come tondo a grappolo. 

Qualcuno si cimenta anche con i cuori di bue non troppo maturi, che certamente hanno un sapore fantastico ma sono più problematici da svuotare. 

Scegliete pomodori a giusta maturazione ma non molli, grandi e della stessa dimensione affinché cuociano allo stesso modo. 

In questa ricetta sono accompagnati da patate novelle a spicchi con buccia, che cuociono raccogliendo i liquidi rilasciati dalla cottura del pomodoro e quindi si arricchiscono di un sapore delizioso. 

Questo è il piatto che preparava mia nonna nei giorni "della salsa" e che avveniva alla presenza di tutta la famiglia dalla mezzanotte di ferragosto fino al mattino successivo. La cena era un trionfo di pomodori ripieni serviti appena tiepidi, pane e pomodoro e tanto tanto cocomero fresco. 

Ingredienti per 4 persone 

8 pomodori ramati grandi 

8 generosi cucchiai di riso 

6/8 patate novelle di media grandezza 

1 mazzetto di basilico 

1 cucchiaino di origano 

1/2 spicchio d’aglio tritato finemente 

Olio extravergine 

Sale - pepe 

  • Lavate con cura i pomodori. Non privateli del picciolo. Tagliatele la calotta ad un terzo della sfera e con un cucchiaio o uno scavino, raccogliete polpa e semi in una ciotola. Scavate lasciando almeno 5 mm di polpa in modo che il pomodoro non si rompa in cottura. Salate dentro il pomodoro e la calotta e capovolgetelo in modo che perda il liquido di vegetazione. 
  • Adesso aggiungete al composto gli odori tritati, il sale, 2 cucchiai d’olio ed una macinata di pepe e frullate la polpa in un mixer in modo da ottenere una salsa liquida. 
  • Mettete 2/3 del composto in una ciotola ed aggiungete il riso. Mescolate bene e lasciate riposare 1 ora coperto. 
  • Filtrate invece il restante e tenete da parte il liquido. 
  • Lavate molto bene le patate con la buccia, tagliatele a metà sulla lunghezza e ricavate da ogni metà 3/4 spicchi. 
  • Preparate una pirofila o una teglia in cui possano stare tutti i pomodori comodamente e ungetela con un paio di cucchiai d’olio. Cominciate a riempire i pomodori con 2 cucchiai di composto, possibilmente non fino all’orlo perché il riso crescerà e raddoppierà di volume in cottura. Copriteli con la calotta e sistemateli nella teglia. 
  • Sistemate le patate negli spazi intorno ai pomodori, salate bene tutto e con il liquidi filtrato, condite le patate. Finite con un generoso filo d’olio su tutta la teglia. 
  • Cuocete in forno preriscaldato a 180° per 35/45 minuti, girando la teglia a metà cottura. Valutate la cottura del riso e dei pomodori, che dovranno essere belli dorati sulla superficie. In genere sono pronti quando il riso solleva la calotta ed emerge dal suo guscio. 
  • Lasciateli riposare in teglia per 1 oretta e serviteli tiepidi o freddi. Conservate in frigo fino a 3 giorni. 





venerdì 17 luglio 2020

Insalata di patate novelle alla Mediterranea

Onda su onda - P. Conte 
Sono capitata a Cetara molti anni fa, fresca sposina che accompagnava il marito in una missione di lavoro.
Era il 28 giugno.
Come faccio a ricordarmelo? Perché il giorno dopo avrebbe avuto luogo la celebrazione dell'Apostolo S. Pietro ed il paese era già in festa.
Cetara è l'ultimo borgo sulla Costiera Amalfitana prima di giungere a Vietri sul Mare.
Il borgo come lo ricordo (ci sono tornata poi in inverno e mi ha sempre fatta sognare), piccolo, aperto direttamente sul mare e abbarbicato alle colline circostanti che si trasformano in un monte alle sue spalle, è ancora autentico e lontano dai fasti turistici di un'Amalfi o Positano, quindi assolutamente incantevole.
Arrivarci durante una festa così importante che coinvolge tutto il paese, mi ha lasciato un ricordo splendido nel cuore, grande come l'emozione dei fuochi d'artificio sul mare a chiusura della processione del Santo, portato su una barca.
Cetara è anche il posto dove ho mangiato i miei primi spaghetti con la colatura di alici, prodotto per cui è famosa nel mondo: uno dei piatti più straordinari che uno possa immaginare, considerando che è realizzato con praticamente 3 ingredienti.
Ma non c'è solo colatura a Cetara: uno dei prodotti principe è il tonno, che ancora viene lavorato a artigianalmente spesso da mani femminili, e le acciughe ovviamente, messe sotto sale con antica maestria e dalla cui acqua di vegetazione si ottiene il celebre condimento.
La ricetta di oggi nasce dalla collaborazione con un'eccellenza di Cetara, l'azienda IASA che dal 1969 lavora il tonno ed è la prima in Italia a conservarlo in filetti interi nel vetro.
Per me è stato un'enorme sorpresa scoprire la qualità del prodotto di questa piccola azienda familiare che non potrete trovare nella grande distribuzione, ma che volendo potrete provare ordinando direttamente dal loro sito.
Dimenticatevi qualsiasi "tonno che si taglia con un grissino".
La qualità del tonno sott'olio non è data dalla sua "morbidezza" se così vogliamo chiamarla. Nella maggior parte dei casi aprendo un scatoletta o un vasetto, il prodotto si sbriciola a toccarlo.
Per la prima volta ho assaggiato un filetto di tonno consistente, dal gusto intenso, non eccessivamente sapido, favoloso per essere utilizzato in tantissime preparazioni.
Anche se confesso che io lo mangerei al naturale senza pensarci su troppo.
Per questa prima ricetta, perché ne arriveranno altre, ho usato un Tonno bianco sott'olio e patate novelle con un condimento a base di colatura che conferisce una spinta di salinità marina davvero interessante. Semplice semplice.

Ingredienti per 4 persone
1500 g di patate novelle con la buccia
200 g di Tonno Bianco Iasa
due cucchiai di fiori di cappero sottaceto
50 g di Olive Taggiasche sott'olio
Un mazzetto di prezzemolo tritato grossolanamente
1 cucchiaino di colatura di Alici Iasa
il succo di mezzo limone
30 ml di Olio extravergine d'Oliva Colline Salernitante Dop
Sale in fiocchi qb
  • Lavate accuratamente le patate scegliendo fra le più piccole. Mettetele in abbondante acqua fredda e portatela a ebollizione. Cuocete sino a quando le patate non saranno morbide ma la buccia ancora integra (ci vorranno c.ca 25 minuti).  Scolatele, raffreddatele sotto acqua fredda e pelatele con le mani velocemente e lasciatele raffreddare. 
  • Nel frattempo preparate una citronette con l'olio extravergine, il limone, la colatura sbattendo bene gli ingredienti.
  • Condite le patate con la citronette ed aggiungete il prezzemolo mescolando bene. Salate con i fiocchi di sale. 
  • Versate il tutto nella ciotola di portata e disponete con grazia i filetti di tonno bianco privati del loro liquido di conservazione, le olive taggiasche ed i fiori di cappero sott'aceto. Servite a temperatura ambiente. 

venerdì 1 maggio 2020

Frittata soufflé e il pic nic mancato

If you want to sing out, sing out - Cat Stevens
Ho sempre amato i pic nic.
Ho un ricordo lontano delle mie prime scampagnate sul Ticino. Avevo forse 5 o 6 anni.
Quando vivevo a Milano, il Ticino era un po' il nostro mare.
Mi madre aveva una cesta di vimini color marrone bruciato, molto grande o almeno, a me sembrava così.
I piatti di plastica non esistevano, semmai di carta, ma lei portava quelli di ceramica che venivano fissati da laccetti di cuoio resistenti.
I bicchieri, quelli si, di plastica. E noi bambine avevamo i nostri bicchieri magici, ve li ricordate?
Erano tanti cerchi di plastica dura di diametro crescente, uno incastrato nell'altro.
Stavano comodamente dentro due coperchietti avvitabili e quando svitavi il sopra, capovolgevi l'altro ed usciva il bicchiere, componendosi come una sorta di cannocchiale alto 10 cm.
Quando bevevo, avevo sempre il terrore che il bicchiere si richiudesse ma questo, misteriosamente, non succedeva mai.
La cesta di vimini conteneva tutto il necessario per il pranzo e spesso su questo argomento mi sono confrontata con mio marito.
Lui ricorda benissimo i pic nic con la sua famiglia di quando era bambino, semplicemente perché c'era sempre un piatto preparato da sua madre (e confermo perché lo ricordo anche io, che sono arrivata molto dopo, perché mio marito mi ha sempre costretto e ripetere le routine della sua famiglia) che non poteva mancare, ovvero la micidiale lasagna al forno servita ancora caldissima.
Io invece non ricordo nulla di quello che preparava mia madre, perché il cibo era assolutamente l'ultima cosa che mi interessasse al momento, impegnata com'ero a mettermi nei guai.
Di certo però cerano pietanze da servire sui piatti e mangiare con la forchetta: della pasta condita in maniera semplice e certamente dei panini con l'immancabile frittata, adorata da mio padre.
Una bella macedonia come dolce. All'epoca mia madre non cucinava granché.
Il tutto veniva appoggiato su un tavolinetto pieghevole mentre noi mangiavamo sedute su un plaid e continuavamo a giocare senza troppe distrazioni.
Crescendo i più classici pic nic cadevano proprio il 1 Maggio, con amici e un'organizzazione scientifica per preparare i bracieri per la grigliata perfetta.
Nelle macchine entravano tavolate che avrebbero ospitato 4 famiglie, con tanto di sedie!
Ed il cibo che bastava per pranzo e cena.
Il primo maggio di quest'anno magari lo faremo in terrazza, ovviamente da soli.
Sempre che il tempo sia clemente!
Ecco la mia personale Piccola Guida per il Pic nic perfetto e “sostenibile”. 

Organizzare un pic nic è una cosa semplice purché si abbia la complicità del tempo meteorologico e negli ultimi anni il sole non è sempre così scontato.
Così se vogliamo organizzare una gita fuori porta, che sia al mare, in campagna o montagna, portando con noi cose buone a cornice di una giornata perfetta, dobbiamo seguire semplici brevi precauzioni. Con un occhio speciale alla natura che ci ospita.

1.     IL METEO: La base di tutto. Organizzatevi in anticipo ma date un’occhiata al meteo un paio di giorni prima, per passare al piano B in caso di capricci del tempo. Trovarsi sotto un temporale nel mezzo del nulla non è piacevolissimo. A questo proposito dotatevi di una bella tovaglia cerata che sarà la base della vostra tovaglia in tessuto, se il terreno è umido di piogge precedenti (ma che è comunque un aiuto anche in spiaggia o sui prati dei pascoli montani).
2.     COSA PORTARE? Tenere sempre a mente che un pic nic non è il festival dell’abbuffo. Potrete decidere di fare come le nostre nonne o mamme che si armavano di lasagne, parmigiane, panini con la cotoletta, peperonate – tutta roba leggerissima – e le tiravano fuori dalle borse avvolte dai canovacci per tenerle al caldo.  Oppure declinare il tutto in un vero e proprio “déjeneur sur l’herbe”, aggraziato, buono ma non eccessivo, con quel tanto di eleganza che non guasta mai, evitando di lasciare tracce del nostro passaggio alla partenza. Via libera allora a cestini di vimini con piatti in ceramica o plastica colorata riutilizzabili, bicchieri e calici di vetro, tovaglioli in tessuto. Una bella borsa di polibox per conservare il ghiaccio e qualche bibita la fresco, posate in metallo leggero.
3.     LA COMPAGNIA: portate con voi chi volete ma meno sarete e meglio sarà. Il rischio di degenerare in una curva da stadio è dietro l’angolo. Non invadete lo spazio con tavolini, sdraio, lettini pieghevoli: non siete in campeggio. La musica, le urla, i cellulari…lasciate tutto a casa che è meglio.
4.     IL MENU: un bel pic nic assomiglia più o meno ad un cocktail, con cibi da spiluccare, portare alla bocca con le mani. Al bando cibi pesanti, unti, laboriosi da servire, pieni di salse o intingoli. Si a panini, focaccine, torte salate, crudité e frutta già pronti e lavati, dolci da credenza in monoporzione o da affettare al momento senza difficoltà. Sono permessi formaggi e salumi da affettare sul posto, insalate da condire al momento ed eventuali paste o risi freddi per i più irriducibili.
5.     USA E GETTA? NO GRAZIE: il nostro pic nic perfetto deve essere sostenibile non una macchina per produzione di rifiuti e plastica. Evitate piatti e bicchieri usa e getta a favore di piatti che siano resistenti e riutilizzabili, rimettete in uso i vostri bei tovaglioli di stoffa che fanno anche allegria e non volano ovunque, ricordatevi di portare con voi dei sacchetti per la raccolta della carta in cui avrete avvolto il cibo e siate gentili con il luogo che vi ospita.
 FRITTATA SOUFFLE’ AL FORNO
 Ingredienti per 6 persone - per uno stampo dalla capacità di 1 litro. 

7 uova medie
4 zucchine con i loro fiori
50 g di prosciutto cotto a fette
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
4 cucchiai di latte
1 piccola cipolla affettata finemente
una manciata di basilico tritato
olio extravergine qb
sale – pepe qb
  • Grattugiate le zucchine grossolanamente, fatele saltare in una larga padella dove avrete rosolato la cipolla in poco olio. Cuocete due o tre minuti, salate e tenete da parte.
  • In una ciotola sbattete le uova con il latte, il parmigiano, il prosciutto tagliato a listarelle, tenendone da parte una manciata, il basilico. Aggiustate di sale e pepe e aggiungete le zucchine mescolando bene.
  • Versate il tutto nello stampo di ceramica imburrato e infarinato, sistemate i fiori di zucchina puliti sulla superfice e rifinite con il prosciutto rimasto. Cuocete in forno caldo a 180° per 45 minuti o fino a quando il tutto non sia ben gonfio e dorato. Trasportate la frittata nello stampo e servitela con una insalatina di misticanza o pomodori.

giovedì 9 giugno 2016

Insalata di grano saraceno verdure grigliate e radicchio rosso: vogliamo stare fuori.

May Be - Janis Joplin
Fino a che non smetterà di piovere, continueremo imperterriti a cucinare ma già la voglia di stare dietro ai fornelli scarseggia, così come quella di abbandonarsi a pasti luculliani, sontuosi, a cui difficilmente rinunciamo nella brutta stagione (valore consolatorio?).
Insomma riparte la voglia di stare "fuori".
Di pensare a tutto quanto si possa fare all'aperto, nella luce meravigliosa del mese di giugno.
Che quest'anno, Maremma piovosa, è partito proprio male.
La mia terrazza, sede agognata di cene al lume di una candela, avvolti dall'incantevole profumo del gelsomino in fiore, è tutt'ora orfana di movimento.
I morbidi cuscini delle poltroncine da giardino, sono tutt'ora rinchiusi in cantina in attesa che il sole possa nuovamente baciarli.
I miei portacandele di vetro colorato, sostano sul tavolo di legno pieni di acqua piovana.
Un po' stufa lo sono, lo ammetto.
Ho voglia d'estate, che non è propriamente la voglia di  spiaggia o di mare o di caos viaggiante, ma è quella di cambiare pelle e di vivere fuori le 4 mura.
Con la leggerezza tipica degli abiti impalpabili che vi sfiorano il corpo in questa stagione, anche il cibo si avvicina a quel desiderio di levità.
Così ho scoperto il grano saraceno, tenuto prigioniero in dispensa da un po' senza idea di quale fine fargli fare.
Ho optato per una fine semplice, veloce, leggera ed indolore.
Soprattutto buona buona.
Di grano Saraceno sentiamo spesso parlare sotto forma di farina ed anche in questo blog potete trovare qualche ricetta tipo questa.
Ma il chicco, dalla caratteristica forma conica,  non l'avevo mai assaggiato prima e ne ero molto curiosa.
Poche parole per dire che non si tratta di un vero e proprio cereale in quanto non fa parte della famiglia delle Graminacee, ma come la quinoa è uno pseudo-cereale.
La maggiore zona di produzione in Italia è il Trentino e la Valtellina (da qui i celebri pizzoccheri).
Le sorprese che riserva questo alimento sono molte: grande fonte di sali minerali come ferro, zinco e selenio.
Ricco di antiossidanti come rutina (che rafforza i vasi capillari riducendo il rischio di emorragie ed aiutando la microcircolazione)  e tannini.
Inoltre come molti celiaci ed intolleranti sanno, è privo di glutine quindi amatissimo da coloro che soffrono di questi problemi.

Insalata di grano 
Saraceno, verdure grigliate e radicchio rosso
Ingredienti per 4 persone.
320 g di grano Saraceno
200 g di primo sale
1 zucchina tonda
1 melanzana lunga non troppo grande
1 cespo di radicchio rosso
1 cipolla rossa di Certaldo
10 pomodorini tipo Piccadilly
50 ml di olio extravergine + 3 cucchiai
un rametto di menta fresca
un ciuffetto di maggiorana
un ciuffetto di prezzemolo
1 spicchio d'aglio
1 cucchiaino di aceto balsamico
il succo di mezzo limone
1 cucchiaino di miele
sale e pepe qb
Lavate e ragliate a julienne il radicchio rosso.
Affettate sottilmente la cipolla e mettete 3 cucchiai d'olio in una larga padella.
Fate passire con dolcezza la cipolla per una 10 di minuti, se necessario aggiungendo dell'acqua.
Aggiungete il radicchio e fatelo stufare per 7/8 minuti. Aggiustate di sale quindi tenete da parte.
Lavate e affettate la zucchina e la melanzana ad uno spessore di 3/4 mm e fateli grigliare su una bistecchiera molto calda fino a che non mostreranno le caratteristiche strisce abbrustolite su entrambi i lati. Una volta pronte, tenete da parte.
Fate una concassé con i pomodorini e conditeli con un filo d'olio e poco sale.
Fate una citronette con l'olio, il balsamico, il miele, lo spicchio d'aglio pulito e diviso a metà, e le erbe aromatiche. Aggiungete il sale e il pepe a piacere, e sbattete bene con un forchetta. Fate riposare nel tempo che cuocete il grano.
Mettete a bollire abbondante acqua salata e cuocete il grano saraceno per c.ca 15/20 minuti (seguite le indicazioni sulla confezione).
Scolate e passate immediatamente sotto abbondante acqua fredda.
Versate il grano in una larga ciotola.
Aggiungete il radicchio brasato, le verdure grigliate ridotte a striscioline, la concassé di pomodorini, i primo sale ridotto a dadini.
Condite con la citronette preparata, dopo avere eliminato l'aglio, aggiustate di sale se necessario, rifinite con foglioline di rosmarino e servite.

mercoledì 24 giugno 2015

Gazpacho Tropical con avocado e lime in attesa del caldo: caccavelle senza istruzioni.

My male curiosity - Kid Creole and the Coconuts
"Lava bene le verdure. Tagliale a pezzetti. Centrifuga sedano, insalata, basilico..."
"Ok, il sedano eccolo, l'insalata è lavata, il basilico freschissimo di fioriera...cosa manca? Mmmm...Occapperi, come li centrifugo adesso?
Ma io...la centrifuga CE L'HO!
Spe', nel cassetto.
Si quel robo verde pisello che era in dotazione con il robot supermega accessoriato regalo di nozze.
Mai usato. Mi sa che è ancora nella plastica....eccolo!
E adesso? Come funziona? Le istruzioni chissà che fine hanno fatto.
Devo centrifugarle 'ste verdure, a me non mi ferma nessuno: centrifugaverdepisello che non so come funzioni, non sarai tu a farmi desistere.
Mumble.
Adesso cerco in rete - Manuale di istruzione robot C1P8 verdepisello in dotazione robot supermegacessoriato Pincopallo.
Ecco, vedi che in rete si trova tutto? Clicca lì, il link - manuale C1P8 ecc...
Ok. "Se desidera ricevere manuale istruzioni robot C1P8 indichi sua e.mail e clicchi ENTRA"
Entro.
"Per ricevere manuale d'uso istruzioni robot C1P8 sottoscriva pagamento di € 78 che potrà effettuare a mezzo...."
Ehhhhhhh?
Siamo pazzi? Adesso ci provo da sola.
A logica la centrifuga va infilata nella ciotola base, sennò come diamine lo raccolgo il succo?
Ok, ci entra. Allora adesso basta che metto le verdure dentro il cilindro e poi tappo.
No. Non si tappa.
grrr accidentmalediziondannazion@@@@@
Calma. Fammi dare un occhiata nel cassetto, sia mai qualche pezzo sia rimasto lì.
Cos'è sto coperchio? Vai a vedere che è quello per fissare la centrifuga.
EVVIVAAAA...è lui.
Adesso è chiuso, ma le verdure da dove passano?
Se le infilo in questo camino e poi spingo giù...si, ma con cosa spingo? Cassettooooo.
Ahhhh, ecco il misterioso spingino per le verdure. Ok, questo spinge giù mentre attivo la centrifuga.
Dai, proviamo.
Via.
FUNZIONAAAAA.
Non c'è niente da fare: sono un genio!
Non vi è mai capitato?
Si, dico di dover utilizzare uno dei centinaia di attrezzi accumulati nel tempo di cui non ricordavate neanche l'esistenza e non sapere neanche da che parte cominciare?
Ho l'abitudine di conservare tutti i manuali di istruzione ma è già tanto che gli attrezzi siano sopravvissuti a 3 traslochi, figuriamoci i manuali.
Mi sono fissata che dovevo imparare ad usare la centrifuga, visto che ce l'ho, e che tutti esaltano i benefici dei centrifugati.
In più da qui a una settimana incomincerà il caldo vero: preparatevi.
Staremo come passeri sulla bocca di un vulcano attivo quindi è meglio cominciare da adesso ad assumere pasti freschi, leggeri e pieni di liquidi.
Possibilmente senza neanche accendere il fuoco.
Questa ricetta è stata ispirata da un Sale e Pepe di qualche tempo fa.
Mi è piaciuta l'idea di preparare dei bicchierini che si possano servire come appetizer insieme a dei crostini di pane croccante o grissini di sesamo.
Ho usato un frutto che conosco pochissimo ma che mi piace assai per la sua consistenza "burrosa" e quel lontano sapore di nocciola.
L'avocado non è solo Guacamole, ma è un frutto versatile e decisamente sano, pieno di grassi buoni (i monoinsaturi, o spazzini del cuore) che prevengono il colesterolo.
Inoltre essendo molto calorico, è particolarmente adatto ai bambini e ragazzi in crescita, anche in piccole quantità.
Io sono riuscita a trovarlo al super, in genere distribuito dai F.lli Orsero che sono specializzati in frutta tropicale di ottima qualità.
Il sapore di questo Gazpacho vi ricorderà i tropici, anche se non ci siete mai stati, e se in casa avete una centrifuga, tutto sarà facile come bere un bicchier d'acqua.
Se invece avete voglia di trovare ispirazione per qualche altra ricetta tropicale o di sapore internazionale, vi invito a dare un' occhiata qui 

Gazpacho tropical con Avocado e Lime - ingredienti per 4 persone
1 grosso avocado maturo
1 cuore di sedano
1 piccola lattuga romana o gentile (50 g)
un mazzetto di foglie di basilico
1 cipollotto bianco
2 lime
4 ravanelli
olio extravergine d'oliva (io Nocellara Dop)
Sale - Pepe macinato fresco
Lavate bene il sedano, privatelo dei filamenti e tagliatelo a pezzetti.
Lavate la Lattuga, il basilico ed il cipollotto.
Tenete da parte qualche fogliolina di lattuga per la decorazione.
Centrifugate le verdure.
Sbucciate e tagliate a pezzi l'avocado quindi frullatelo insieme al centrifugato, al succo spremuto di un lime, 2 cucchiai di olio extravergine.
Se la crema risultasse troppo densa, aggiungete uno o più cucchiai di acqua gelata o frullatela insieme ad un paio di cubetti di ghiaccio.
Aggiustate di sale, una bella macinata di pepe e versate il gazpacho in piccoli bicchieri.
Servite decorando con lattuga, una fettina sottile di lime e ravanello.