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giovedì 6 aprile 2023

Charlotte di Colomba con fragole: Buona Pasqua!

Ultimo rush prima della Pasqua. 
La mia sarà domestica, senza viaggi parentali ma con la mia famiglia intorno alla tavola di casa mia. 
A dirla tutta, la cosa che preferisco. 
Oddio, non è che non mi sarebbe piaciuto andare da qualche parte, ma considerando la ressa ed i prezzi, ed il mio livello di stanchezza, l'alternativa mi va benissimo.
Inoltre si prospetta una Pasqua freddina e forse anche piovosa. 
Per augurarvi una buona festa, ho preparato una ricetta che andrà bene per quando le feste saranno finite e vi ritroverete con una montagna di Colomba svolazzante tra un pensile e l'altro. 
Se proprio non ne potete più, questo è un modo carino per riproporla.
Intanto vi auguro dei giorni sereni e riposanti. Come più preferite. 
Buona Pasqua a tutti voi. 

La Colomba Pasquale è un dolce che si presta a numerose varianti di riciclo spesso molto semplici nella preparazione. 

La mia preferita è certamente il “pain perdu”, un escamotage tutto francese per utilizzare la brioche un po’ rafferma e trasformarla in una merenda deliziosa. 

Basta passare una fetta di colomba in una padella antiaderente con poco burro e farla tostare su entrambi i lati servendola con confettura o frutta fresca. 

Oppure il classico pudding all’inglese: basta preparare una crema con uova, zucchero e latte, versarla sugli avanzi di colomba in una pirofila aggiungendo frutta o pezzettini di cioccolata e passarla in forno fino a che la crema non sarà rappresa e la superficie dorata e via, il dessert è pronto da essere servito accompagnato a del gelato o panna. 

Questa ricetta invece si rifà alla tradizione dello zuccotto Toscano, dove il guscio di pan di Spagna diventa a base di colomba ed il ripieno un cuore di crema alla ricotta fresca di stagione che in primavera vive il suo trionfo. 

Fragole e cioccolata o anche la vostra fantasia fanno il resto. 

Facile, veloce e di grande effetto. 


Ingredienti per uno stampo da savarin di 24/26 cm di diametro

600 g c.ca di Colomba classica 

500 g di ricotta fresca

250 ml di panna fresca 

100 g di formaggio spalmabile tipo quark

50 g di zucchero a velo 

80 g di zucchero semolato fine 

600 g di fragole 

80 g di gocce di cioccolato 

8 g di gelatina in fogli 

La scorza grattugiata di un limone non trattato

La scorza grattugiata di un arancia non trattata 


Per il coulis di fragole

250 g di fragole 

2 cucchiai di zucchero

Il succo di 1 limone 


  • Foderate lo stampo a ciambella con pellicola trasparente ed affettate la colomba in fette regolari spesse mezzo cm quindi sistematele nello stampo in maniera da foderarlo completamente. Pressate con le dita verso le pareti per farle aderire. 
  • In una larga ciotola mettete la ricotta ben scolata ed il formaggio cremoso e con una spatola lavorateli fino ad ottenere una crema. Aggiungete lo zucchero semolato e la scorza degli agrumi e continuate a lavorare con energia. 
  • Mettete la gelatina a mollo in acqua fredda per 10 minuti. Nel frattempo scaldate la panna rimasta quasi a bollore quindi scolate la gelatina e strizzatela bene quindi versate la panna in una ciotola e fatevi sciogliere la gelatina. Aggiungete il composto alla crema di ricotta e mescolate bene.
  • Montate 200 ml di panna a neve ferma con lo zucchero a velo ed aggiungetela alla crema di ricotta mescolando delicatamente per incorporare. 
  • Per ultimo aggiungete le fragole ben lavate e tagliate a dadini insieme alle gocce di cioccolato e mescolate un’ultima volta. 
  • Versate il composto cremoso nello stampo pressando con una spatola quindi una volta raggiunti i bordi, chiudete tutto con fettine di colomba sulla superficie. Appoggiate un piatto piano o un vassoio con un peso sopra e mettete in frigo per almeno 2 ore o tutta la notte.
  • Preparate il coulis di fragole cuocendo le restanti fragole tagliate a pezzi, con il limone e zucchero. Quando le fragole saranno morbide, dopo c.ca 10 minuti di cottura, versatele in un bicchiere per mixer a immersione e frullatele. Potete passare il coulis ancora caldo al setaccio se preferite. Servite la Charlotte con la salsa di fragole fredda  
  • Si conserva in frigo massimo 3 giorni. Si può congelare. 





mercoledì 23 dicembre 2020

Cupola di Panettone: Buone Feste!

Senza troppe parole, vi lascio a questo strano ed insensato Natale. 
Vi auguro di avere la fortuna di trascorrerlo vicino alle persone che amate e se così non fosse, che almeno i vostri cari stiano bene e siano al sicuro. 
Sarà un anno che non dimenticheremo ma spero che ognuno di noi abbia potuto imparare qualcosa di importante in questi mesi folli. 
Non mi dilungo perché rischierei di perdermi nelle solite divagazioni.
Quello che però non posso trascurare, è inviare a tutti voi i miei più sinceri, affettuosi, abbraccianti auguri di un sereno e intimo Natale.
Vi lascio un dolce molto scenografico e molto facile, da realizzare con gli avanzi del vostro panettone (certamente non di quello artigianale che finirà in un batter d'occhio). Potrete dargli nuova vita e stupire i vostri commensali. 

La ricetta qui di seguito. 

Ingredienti per uno stampo da zuccotto di 20 cm di diametro
500 g di panettone
250 ml di latte
250 ml di panna fresca 
3 tuorli
80 g di zucchero 
2 cucchiai abbondanti di Grand Marnier
la scorza grattugiata di un'arancia 

Per la copertura 
100 g di cioccolato fondente
100 g di panna 
lamponi per decorare.  
  • Tagliate a fette il panettone e tostatelo al forno a 180° per 10/15 minuti. Fatelo raffreddare quindi sbriciolatelo grossolanamente in una larga ciotola. In un'altra sbattete i tuorli e lo zucchero con una frusta quindi aggiungete la miscela di latte e panna che avrete fatto scaldare insieme alla scorza di arancia e Grand Marnier. Versate i liquidi sulle briciole di panettone ed incorporate bene il tutto. 
  • Imburrate con cura lo stampo quindi versatevi il composto e fate cuocere per c.ca 50 minuti/1 ora fino a che lo stecchino non uscirà asciutto. 
  • Fate raffreddare bene su una gratella. 
  • Quando sarà ben freddo preparate la ganache di cioccolato. 
  • Tritate il cioccolato al coltello grossolanamente e mettetelo in una ciotola.
  • Scaldate la panna e portatela a fremere quindi versatela sul cioccolato. Lasciatela lì per 2/3 minuti quindi mescolate bene con un cucchiaio o una frusta fino a che non otterrete un composto vellutato e lucido. 
  • Sistemate la cupola su una gratella sistemata su un piatto. Versate la cioccolata sulla cupola in modo che non copra tutto il dolce ma crei delle "colature" verso il basso. 
  • Decorate con qualche lampone e lasciate rassodare la ganache. Servite accompagnando con panna montata o crema inglese tiepida. 





mercoledì 11 dicembre 2019

Crema spalmabile di...Ricciarelli: alla golosità non c'è mai fine.

All I want for Christmas is you - Cover 
Si, lo so, è pura follia.  
Ma non è colpa mia.
E' che certe volte mi ascolto parlare, e da affermazioni assurde tipo "sono così buoni che me li spalmerei addosso", si accendono lampadine che sembrano fari da stadio.
Isabelle Allende, aveva un altro modo di riferirsi al cibo che però, un po' si avvicina a questa mia fantasia malata, solo che lei avrebbe messo Antonio Banderas sopra una tortilla messicana in un bagno di guacamole...forse aveva ragione lei.
Per certe fantasie bisogna essere diversamente energici ed io in questo periodo mi posso permettere solo di alzare un cucchiaino. 
Comunque, nonostante la stanchezza del momento, la testa continua la sua irrefrenabile giostra e quando mi è stato chiesto dalla CNA Food and Tourism di Siena, di inventarmi una ricetta a base di Ricciarelli, sono quasi inorridita.
Trasformare i Ricciarelli in qualcosa di diverso? Ma non esiste.
Sono talmente buoni che ne mangerei una carretta, e se possibile me li spalmerei addosso...
Ecco, così nascono certe deviazioni, fastidiose come una malattia, disturbanti come una zanzara nell'orecchio in fase Rem, odiose come un tormentone musicale.
Ero per passare, confesso.
La sfida, per semplici motivi di coerenza e legame alla tradizione, mi sembrava una blasfemia.
Poi quella strana idea, che si fa spazio e solletica la curiosità e piano piano prende forma.
Per un momento ho avuto paura di sprecare un tesoro: i Ricciarelli deliziosi del Forno di Ravacciano, erano lì che aspettavano la mia bocca inermi e morbidi come una nuvola. Perché rovinare tutto?
Già, perché?
Se volete scoprire la storia e la ricetta tradizionale dei Ricciarelli di Siena, potrete andare a leggere sulla pagina ufficiale del Calendario del Cibo Italiano, che oggi ne celebra la giornata Nazionale.
Premetto: se vi regalano una confezione di Ricciarelli freschi, e per freschi intendo di Pasticceria o di Forno provenienti da SIENA, e non quelle confezioni industriali da pacco aziendale che stallano per mesi e a volte per anni in dispense dimenticate, mangiateli! Mangiateli così, godeteveli in purezza, dopo un caffè, con un bicchierino di Vin Santo, o da soli, davanti ad un bel film romantico.
Siatene gelosi, non fateli invecchiare.
Ma se, eventualmente, vi capitassero sotto mano dei Ricciarelli industriali, o i vostri deliziosi artigianali siano diventati secchi perché vi siete dimenticati dove avevate messo la scatola (è possibile? boh), allora fatevi questa crema spalmabile e mi direte.
La prima raccomandazione è utilizzare dei Ricciarelli che non siano morbidi.
Devono avere perso la loro umidità ed asciugarsi. Nel caso siate irreparabilmente sadici, seccateli un poco in forno a 100° per qualche minuto. Fate poi raffreddare bene il tutto.
Usando i ricciarelli industriali, con la lama di un coltello abbiate cura di togliere lo strato di zucchero a velo cristallizzato sulla superficie.
Il resto, è di una facilità imbarazzante.

Ingredienti per un vasetto da 200 g
100 g di Ricciarelli
30 g di miele di agrumi
65 ml di latte intero
60 g di cioccolato bianco
30 ml di olio di mais
la scorza grattugiata di un'arancia non trattata
  • Frullate i ricciarelli fino a ridurli in polvere fine e versateli in una ciotola. Aggiungete il cioccolato bianco che avrete grattugiato finemente. Mescolate bene. 
  • Aggiungete la scorza di arancia grattugiata. 
  • In una piccola casseruola scaldate il latte con il miele e fate cuocere fino a che il miele non sarà completamente sciolto. Il latte dovrà arrivare a fremere. A questo punto versatelo sulla farina di ricciarelli e mescolate bene fino a che il latte caldo non avrà sciolto il cioccolato, ottenendo una crema morbida. 
  • Aggiungete a filo l'olio e mescolate ancora bene per qualche istante fino a che tutto non sia molto omogeneo. Versatela in un vasetto sterile e lasciate raffreddare completamente. 
  • Mettete in frigo. La crema acquisterà una consistenza più densa e voluttuosa. Consiglio di lasciarla riposare almeno un giorno in modo che tutti gli aromi si sposino armoniosamente. Si conserva una decina di giorni tenuta al fresco.
Potrete spalmarla su del pan brioche tostato, potrete farcire dei Linzer al cacao oppure degli Alfajores, potrete riempirci delle crostatine di frolla sottile e aggiungere dei frutti rossi che fanno tanto Natale, oppure potrete mangiarvela così, a cucchiaiate, che è tanto ma tanto più facile e veloce! 
In ogni caso, è strepitosa! 

martedì 16 ottobre 2018

Il pane è oro per Avanzi Tutta!

Don't leave me this way - Andy Abraham
Questa volta abbiamo scomodato pure Massimo Bottura, giusto qualcuno che di cucina non se ne intende.
Per trovare nuovi modi di recuperare il pane vecchio  ci siamo affidate al libro Il Pane è Oro scritto dal grande chef e ne sono uscite ricette straordinarie.
La mia scelta è caduta su certi passatelli che mi hanno incantato al primo sguardo.
Ma non vi lascio qui la ricetta perché insieme alla mia ve ne solo altrettante magnifiche che vi invito ad andare a leggere direttamente sulla rubrica di Mag About Food: Avanzi Tutta! 
So che troverete ispirazione.
Il pane è una risorsa d cui possono nascere dei capolavori.
Buona giornata a tutti e buon recupero.


giovedì 17 maggio 2018

Avanzi Tutta: cucinare con le erbe selvatiche

Walking on broken glass - Annie Lennox 
Le erbe spontanee sono un tema affascinante.
Saperle riconoscere ed usare è a mio avviso un grande patrimonio e chi ha avuto la possibilità di ricevere le giuste informazioni dalla propria madre o nonna o zia portandosi dietro questo bagaglio delizioso, è una persona fortunata.
Oggi, per la rubrica Avanzi Tutta! all'interno della rivista targata Mtchallenge "Mag About Food", potrete trovare un articolo tutto incentrato su queste erbe saporite e preziose, declinate in un intero e variegato menu.
La mia ricetta sono dei Canederli ortica e borragine cucinati al gratin.
Se volete saperne di più, vi invito a leggere l'articolo curato dalla grande Maria Pia Bruscia, e dove troverete informazioni preziose per entrare nel favoloso mondo delle erbe spontanee.
Buona lettura.

venerdì 8 gennaio 2016

Calendario del Cibo Italiano: Giornata Nazionale delle Polpette e le mie Polpette di Lesso.

Titolo canzone
Da ragazzina, ogni volta che sentivo la parola "polpetta", a parte l'immediata salivazione, mi balzava in testa l'immagine di Poldo Sbaffini, altrimenti detto Polpetta, il migliore amico di Braccio di Ferro in continua ricerca di cibo.
Quando poi, durante l'azione, lo vedevi trangugiare il suo cibo preferito, ti rendevi conto che non erano polpette, bensì centinaia di Hamburger secondo l'uso americano.
All'epoca, verso i 5 o 6 anni, l'idea non mi sconfinferava granché: perché se il suo soprannome era "polpetta", quel pancione ci dava dentro con i panini?
Nella mia testa le polpette battevano 100 a 1 i panini e quell'incongruenza è stata ragione di lunghe elucubrazioni perché come ben sapete, la logica dei bambini non fa una grinza.
Crescendo mi sono rabbonita giustificando il fatto che gli hamburger sempre una polpetta di carne hanno al centro, quindi ci poteva stare, ma il gusto per le polpettine frutto di recupero e avanzi, continuano ad essere una golosità a cui difficilmente si resta indifferenti.
Oggi è la Giornata Nazionale della Polpetta per il Calendario del Cibo Italiano, e la nostra Ambasciatrice d'eccezione è Elena Castiglione del blog Chez Entity. 
Nel suo dettagliato post ci racconta la storia di questo piatto inserito nella Settimana Nazionale degli Avanzi e potrete leggere tutto sul sito ufficiale AIFB.
Le mie polpette sono frutto dell'avanzo del bollito dell'Epifania (avanzo premeditato in verità) e credo che chiunque possa affermare che il lesso rifatto in qualsiasi formato, sia qualcosa di straordinariamente saporito.
In Toscana si usa saltarlo in padella con cipolla e pomodoro; si muta in polpetta da friggere oppure per estrema golosità, si finisce cotta brevemente in umido.
Che siano Bollito o Lesso piatti prelibati, in avanzo recuperano una dignità senza eguali.
Prossimamente vi parlerò del Bollito ma oggi ho anticipato i tempi con queste polpettine di casa, facilissime quando si ha già la materia prima pronta, e veloci da preparare quando il tempo di immaginarle.

Ingredienti per c.ca 12 polpette piccole
200 g di bollito misto avanzato privato di cartilagini, ossa e grasso
100 g di polpa di gallina bollita privata di pelle e ossa.
40 g di mollica di pane raffermo ammollata in acqua o latte e ben strizzata
25 g di parmigiano grattuggiato
1 patata ed una carota lesse da bollito
1 uovo grande
farina integrale di grano tenero in cui passare le polpettine
un ciuffo di prezzemolo fresco tritato grossolanamente
una macinata di noce moscata
pepe macinato fresco qb
sale qb
Olio extra vergine per friggere

Mettete la polpa della carne in un mixer insieme alla patata e la carota. Riducete in un composto non troppo fine e trasferite il tutto in una ciotola.
Aggiungete quindi il pane ben strizzato, il parmigiano, il prezzemolo, noce moscata, sale e pepe e l'uovo e mischiate tutto molto bene con le mani.
Fate delle polpette grosse poco più di una noce e passatele nella farina.
Friggete in un dito d'olio extavergine e girate via via per ottenere una bella crosticina.
Scolate su carta assorbente e servite caldissime con le salse che preferite.




mercoledì 6 gennaio 2016

Settimana Nazionale degli Avanzi per il Calendario del Cibo Italiano: la torta di pane di casa mia

Holiday - Madonna
Buona Befana!
Si chiudono così le lunghe feste di Natale e come al solito questa giornata mi procura una lista indefinita di malinconie.
La prima ovviamente è il dover tornare al lavoro.
Ve la ricordate la giornata precedente al vostro rientro a scuola dopo il rilassamento delle vacanze natalizie? Un disastro. Il malumore è lo stesso.
Già tutta l'operazione di smontaggio dell'albero, presepe e decorazioni, riporle negli scatoloni e riportare la casa alla monotonia di sempre. Il tutto non aiuta.
Hai voglia a ripeterti che si ricomincia un nuovo anno pieno di opportunità, sorprese, novità, energie.
Quello forse andava bene quando avevi 18 anni.
Adesso alla soglia dei 50, si cerca di guardare alle prossime 24 ore più che ai prossimi 12 mesi.
Non intristiamoci.
Oggi è ancora festa e mentre sul fuoco bolle lentamente un pentolone pieno di lesso con le sue salsine pronte a celebrarlo, trattengo brandelli di allegria e cerco di programmare mentalmente la giornata.
Eviterò di sentirmi Befana almeno oggi.
La novità del 2016 è il Calendario del Cibo Italiano, progetto dell'Associazione Italiana Food Blogger di cui faccio parte.
Il mio blog come quello di molti associati, celebrerà molti dei piatti inseriti in Calendario e nelle 52 Settimane Nazionali.
In questi giorni si festeggia la Settimana degli Avanzi la cui ambasciatrice è Cinzia del blog Cindystar e per l'occasione ho voluto riproporre un must di casa mia, un dolce di recupero che io adoro letteralmente e che mia madre prepara spessissimo quando deve smaltire quantità di pane secco: la Torta di Pane.
La sua abitudine è passata a me ed ho scoperto che la stessa passione per questo dolce ce l'ha mia figlia. Lo adora e se lo finisce spesso da sola.
Una ricetta che avevo già pubblicato sul blog ma che ripropongo con grande gioia come contributo al motto "non si butta via niente", più attuale che mai.
Provatela e diventerà anche vostra.

Ingredienti per uno stampo da 18 cm di diametro
- 400 gr di pane raffermo o secco
- 1 litro di latte fresco o acqua 
- 100 gr di amaretti sbriciolati
- 60 gr di uvetta
- 50 gr di pinoli
- 30 g albicocche disidratate
- 1 piccola mela 
- 50 g di cioccolata a pezzetti 
- noci a piacere 
- 5 cucchiai di zucchero
- 2 cucchiai di cacao amaro 
- zucchero a velo 

Mettete l'uvetta a mollo nell'acqua tiepida per almeno 20 minuti; tagliate a pezzetti le albicocche, sbriciolate gli amaretti. 
Spezzate il pane e mettetelo in una ciotola e versatevi sopra il latte o l'acqua molto caldi. 
Fate assorbire e ammorbidire: ci vorrà dalla mezz'ora all'ora dipende dalla durezza del pane. 
Quando è bello morbido, scolatelo ma non strizzatelo completamente e passatelo a mixer per ottenere una purea. 
Fate intiepidire quindi aggiungete lo zucchero, gli amaretti, l'uvetta strizzata e infarinata, i pinoli, il cacao, le albicocche, le mele e il cioccolato e qualsiasi altra cosa che vi piace e vi avanza, e mischiate bene il tutto con le mani. 
Rivestite una teglia a bordi alti con carta da forno e versateci il composto. 
Fate cuocere in forno già caldo a 180 gr. per almeno un'ora. Si gonfierà ma poi tornerà basso raffreddandosi. 
Cospargetelo di abbondante zucchero a velo. Migliora col tempo. 


lunedì 19 gennaio 2015

La ribollita nei canederli e l'incapacità di aprirsi al mondo.

All by myself - Celine Dion
Lo so sono monotematica.
Ma una ragione c'è: io amo la mia Toscana.
Amo la mia città, la mia provincia, la mia regione.
Amo quel senso di orgoglio che mi pervade tutta ogni qualvolta alla domanda: "E tu di dove sei?", alla risposta "di Siena", vedo il mio interlocutore illuminarsi e ribadire la sua invidia, il suo desiderio di tornare, i suoi ricordi.
Non essendo nata qui, sento ancora più grande il privilegio di viverci, la fortuna che mi è stata concessa dal destino ed un pochino anche il senso di responsabilità che mi crea la mia professione.
Perché parte del mio lavoro si concretizza proprio vendendo la mia terra a viaggiatori di tutto il mondo.
E se è vero come è vero (statistica diffusa dall'ENIT) che il 70% dei capolavori artistici mondiali si trova in Italia, e di questo, il 70% è in Toscana, una ragione per tanta bellezza ci sarà.
Perché sicuramente il genio è genio, ma ci vuole anche una musa ispiratrice e questa terra lo è stata per molti nel tempo.
Poi ci sono i toscani.
Difficili eh!
Non date retta al tipo burlone, caciarone, sempre pronto alla battuta, il più delle volte fornita di punta al cianuro, che ci propinano i tanti comici che impazzano sul piccolo schermo.
Si, un pochino gli assomigliano a questi "maledetti toscani", ma come dice una famosa canzonetta, "oltre la burla c'è di più".
Io devo ancora capirli e mi ci vorrà tutta la vita, senza per altro trarre una conclusione credibile.
Già è difficile gestire il senese credetemi.
Tutto arroccato dentro il suo "castello", dentro le su' mura che spesso e volentieri sono talmente fortificate da arrampicarsi fino dentro la sua testa.
Nulla di male per carità. E' forse proprio questa chiusura che ha preservato la mia città nella sua cristallizzata bellezza, ma tante volte mi trovo a combattere vere e proprie battaglie con amici e conoscenti che non mi procurano certo simpatie e benevolenza.
Immaginate una pazza che per vivere apre le porte al mondo, scontrarsi contro chi invece le porte le vuole ben chiuse in un moto di folle possessivo amore.
Dovremmo sempre ricordarci che qualcuno aveva già capito tutto della forza e magia di questo luogo e della sua necessità di aprirsi al mondo. Una scritta potente sulla Porta Camollia, l'accesso Nord della città, dice: "Cor magis tibi Sena pandit".
Siena ti apre il suo grande cuore.
Chiusure a parte, c'è una cosa in cui i senesi, ed i Toscani tutti sono maestri: l'uso del pane in cucina.
Del pane fresco, raffermo o secco.
Alcune delle ricette di recupero che hanno fatto il giro del mondo, arrivano da qui, che si parli di Panzanella, Pappa col pomodoro, fettunta, Cacciucco, Ribollita o minestra di pane, senza questo ingrediente di base, questi piatti perderebbero il loro senso intrinseco.
Ecco perché quando Monica, vincitrice dell'ultima edizione dell'MTC, ci ha proposto i suoi Canederli, non avevo neanche finito di leggere il post che già pensavo a come poter infilare la ribollita dentro queste palline di pane.
Il motivo è che io amo questo piatto, moltissimo. Non avevo neanche aperto il blog che già postavo la mia ribollita sul crostone di pane. Non ho la pretesa di detenere la ricetta originale perché se c'è qualcosa di estremamente radicato alla storia di ogni famiglia è proprio questo piatto, ma posso dire che la mia ribollita è quella che trovate qui.
Ho avuto molti dubbi, perché trasformare una zuppa in una polpetta non è qualcosa di immediato. Mettere il pane nella zuppa è facile.
Come si fa invece a mettere una zuppa dentro il pane?
Ingredienti per 4 persone
Per la ribollita 
1 mazzetto di bietola (c.ca 100 g)
1 carota grande
1 mazzo di cavolo nero (220 g)
200 g di cavolo verza
200 g di cavolo cappuccio
1 patata grande
1 cipolla
1 spicchio d'aglio
1 foglia di alloro
1 gambo di sedano
1 rametto di rosmarino
1 ciuffo di prezzemolo
500 g di fagioli cannellini (peso da cotti)
2 cucchiai di passata di pomodoro
pepe - sale qb
Olio extravergine (io Terre di Siena Dop)
Per i canederli
300 g di pane Toscano raffermo
2 uova medie
150 ml di latte
pepe - sale
Per il brodo vegetale
1 carota
1 costa di sedano
3 foglie di cavolo nero
1 ciuffetto di prezzemolo
2 cucchiai di passata di pomodoro
sale qb
Per il brodetto di cannellini
300 g di fagioli cannellini (peso da cotti)
brodo vegetale
2 foglioline di salvia
1 rametto di rosmarino
olio extravergine Terre di Siena Dop
sale qb - pepe nero.
Preparate la ribollita, meglio farla con uno o due giorni di anticipo.
Tenete a bagno i fagioli in acqua fredda con un cucchiaio di sale grosso per almeno 8 ore, quindi cuoceteli in abbondante acqua salata con uno spicchio d'aglio ed una foglia di alloro fino a che saranno morbidi ma non sfatti.
Tenete da parte una ciotola di questi fagioli ed il resto invece riducetelo in crema con un mixer ad immersione (eliminate prima la foglia di alloro). Tenete in caldo questo brodo che vi servirà a cuocere la zuppa di verdure.
In una larga casseruola, fate passire a fiamma dolce un trito grossolano di cipolla e sedano, il rametto di rosmarino, in 3 cucchiai abbondanti i olio extravergine.
A parte tritate il prezzemolo e quando il fondo sarà pronto, aggiungete la passata di pomodoro e mescolate bene. Fate insaporire per due o tre minuti quindi aggiungete il prezzemolo.
Cominciate ad aggiungere le verdure che avrete preventivamente pelato e pulito.
Per prime carote e patate. Mescolate bene ed aggiungete un mestolo di brodo di cannellini.
Fate cuocere una decina di minuti, quindi aggiungete le bietole ed i cavoli tutti tagliati sottilmente e mescolate bene.
Coprite a filo con il brodo di cannellini e fate cuocere a fiamma dolce per almeno un'ora mescolando di tanto in tanto.
A c.ca 15 minuti dalla fine, aggiungete anche i fagioli cannellini tenuti da parte.
Mescolate e terminate la cottura.
NOTA: per fare i canederli non vi servirà tutta la ribollita che avrete preparato ma solo una parte.
In ogni caso vi resterà una buona zuppa di verdure da riscaldare per ottenere l'originale "ribollita"(con la sua aggiunta di pane raffermo).
Preparate il brodo vegetale mettendo a cuocere in abbondante acqua fredda, tutte le verdure precedentemente pulite e tagliate a pezzi, la passata di pomodoro, ed un cucchiaio di olio extravergine. Aggiustate di sale a metà cottura.
Cuocete per cca 45 minuti quindi filtrate e tenete da parte.
Preparate il brodetto di cannellini, mettendo i cannellini cotti in un bicchiere per mixer a immersione.
Aggiungete un mestolo di brodo vegetale, la salvia ed gli aghi di un rametto di rosmarino, un pizzico di sale, pepe e frullate il tutto.
Valutate la consistenza, che deve essere vellutata e fluida.
In caso aggiungete ancora brodo ed un cucchiaio di olio extravergine. Tenete da parte.
E adesso passiamo ai canederli.
Riducete il pane in dadini di un cm di lato e metteteli in una larga ciotola. Dovendo trattare con del pane duro, io ho pensato bene di tagliarlo in anticipo e lasciarlo asciugare all'aria per due giorni, ottenendo così una pane secco ma non duro marmato.
Essendo la ribollita un piatto con una buona quantità di liquidi, ho dovuto calibrare bene la quantità di latte ed uova per ammollare il pane, per non rischiare che le palline di pane si disfacessero durante la cottura.
Così sono partita con un uovo e mezzo bicchiere di latte.
Ho sbattuto bene ed ho versato il tutto sul pane.
Ho mischiato bene con le mani ed ho aspettato 20 minuti per capire il livello di umidità.
Trascorso il tempo, il pane era morbido ma non troppo umido quindi ho cominciato ad aggiungere la "ribollita", prelevando le verdure un con mestolo forato.
Prima di aggiungerle al pane, ho strizzato bene con le mani per togliere la parte brodosa ed ho cominciato a mischiare il composto di pane.
Ho fatto in modo che nell'impasto restassero dei pezzi di verdure un po' più grandi.
Ho continuato via via ad aggiungere la zuppa fino a che non ho ottenuto un composto malleabile e sostenuto.
Ho assaggiato ed aggiunto una bella macinata di pepe e un pizzico di sale quindi ho formato delle palline di 4 cm di diametro.
Dopo aver portato ad ebollizione il brodo vegetale, ho cotto i canederli pochi alla volta, mantenendo il bollore al minimo, per non compromettere la forma delle mie palline.
Non ero molto fiduciosa sul risultato perché avevo molto timore che le palline si sarebbero disfatte non appena avessero toccato il brodo.
Invece con grande sorpresa, non solo hanno mantenuto la forma ma si sono cotte alla perfezione, assorbendo bene il brodo.
Ho cotto i canederli per c.ca 4 minuti.
Mentre i canederli si cuocevano, ho scaldato il brodetto di cannellini e l'ho versato nel piatto di portata.
Con un cucchiaio, ho sollevato i canederli dal brodo e li ho sistemati delicatamente sul brodetto di cannellini.
Un bel filo d'olio extravergine, una macinata di pepe e in tavola!
Al taglio, come avevo sperato, hanno fatto capolino le verdure tagliate grossolanamente ed i fagioli.
Il brodo di cannellini in cui li ho serviti, è la morte gloriosa del Canederlo di ribollita!

Con questa ricetta partecipo con piacere all'MTC nr 44 con i Canederli di Monica




giovedì 23 agosto 2012

La frittata 'e maccarune. E' di nuovo Cinegustologia

The Party - Harry Mancini 
La vita procede al rallenti come in ogni buon agosto che si rispetti. 
In più siamo aiutati ed incentivati al "mexican mood" da un caldo forsennato che non accenna a placarsi. Giungono notizie da radio e televisione che una certa "Beatrice", dispensatrice di pioggia e fresco, busserà alle nostre porte nel fine settimana, giusto in tempo per coloro che avevano programmato di farsi l'ultimo bagno a mare prima di Settembre. 
In ogni caso non mi posso lamentare. Vivo chiusa nella mia agenzia, coccolata dall'aria condizionata che ogni tanto decide di prendersi una pausa, e rientro a casa la sera, giusto in tempo per spalancare qualsiasi fessura possibile e far entrare aria ma non il caldo. 
Visto che molte di voi sono ancora in vacanza e qualcuna rientrerà presto, ho pensato di darvi ulteriore incoraggiamento a giocare con la Cinegustologia di Marco Lombardi, proponendo un nuovo piatto/film secondo il mio sentire personale. 
Vi invito nuovamente a partecipare al mio Contest dedicando la vostra ispirazione e particolare attenzione soprattutto alla parte relativa all"analisi cinegustologica". 
Un'altra commedia che ovviamente è tra le mie preferite e che non smette di farmi ridere fino alle lacrime ogni volta che ho occasione di rivederla. 
Parlo di "Hollywood party" di Blake Edwards (ancora lui? essì, mi piace assaissimo). Con Colazione da Tiffany, questo film è probabilmente il capolavoro di Edwards, esaltato dalla presenza potentissima di un Peter Sellers in stato di grazia, che dà vita ad un personaggio indimenticabile, il goffo, ingenuo ed educatissimo indiano Hrundi V. Bakshi. 
Comparsa con ambizioni cinematografiche, Bakshi distrugge il set di un film facendolo esplodere involontariamente una carica dinamitarda. Scacciato malamente e depennato dalla lista comparse in qualsiasi set futuro, si ritrova per uno strano caso invitato ad un party Hollywoodiano tenuto in una spettacolare villa, dove suo malgrado, ne combinerà di tutti i colori, mantenendo un aplom spettacolare. L'umilissimo indiano si aggira sperso nella grande dimora, metafora della vacuità di un certo mondo dello spettacolo; tenta l'approccio, sorride, fa strani giochi con le fontane e finisce col perdere una scarpa nella vasca; distrugge un bagno, si ritrova seduto su uno sgabello intorno alla tavola per la cena con tutte le difficoltà del caso, fa volare un pollo in testa ad una distinta signora (che non si accorge di nulla...ricordate il party in Colazione da Tiffany e l'incendio del cappello?), insomma, nella sua incapacità di gestire la propria presenza in un ambiente a cui non appartiene, finisce col mostrare una vulnerabilità ed una tenerezza che coinvolge lo spettatore a tifare per lui sempre e comunque. Diventa esempio di semplicità e purezza naive in un mondo superficiale e finto. 
L'intero film è caratterizzato da pochissimi dialoghi ma da centinaia di gag indimenticabili e personaggi di sfondo che restano nella leggenda, come il cameriere ubriaco assolutamente esilarante. 

Hollywood party è una frittata di spaghetti, un piatto di recupero della nostra tradizione meridionale. Tutti gli ingredienti capitano casualmente nell'insieme da quello che la dispensa in avanzo è in grado di offrire e nella casualità contribuiscono a creare un piatto che mette gioia e allegria al solo sguardo. Un piatto pasticciato, risolto, buono caldo e meraviglioso freddo. Fondente al suo interno ma magistralmente croccante all'esterno, come questa commedia di Edwards, che offre la croccantezza delle risate che vi troverete a fare per buona parte della proiezione, ma l'intensità dell'insieme, dolce e sapido dato dalla scamorza filante, i pomodorini secchi e se volete, l'immancabile salame napoletano, ricordano l'atteggiamento rassegnato e tenero del protagonista, la sua semplicità naturale, la sua mancanza di sovrastrutture. 
Il pasticcio generale con cui si risolve la storia e da cui emerge l'indubbia semplicità e bontà del protagonista, ovvero tutto quello che offre una perfetta frittata di spaghetti. 
Ingredienti per 4 persone della frittata di spaghetti alla mia maniera:
- 300 gr di spaghetti (io ho usato anche delle fettucce) Garofalo
- 3 uova grandi
- 50 gr di parmigiano
- 100 gr di scamorza di bufala
- 30 gr di pomodorini secchi sott'olio
- 50 gr di salame a dadini 
- un bel mazzetto di basilico fresco
- un goccio di latte
- sale, pepe, 
- olio extra vergine per cuocere
Rompete e sbattete le uova non troppo, in una ciotola grande con il parmigiano, il sale, il pepe, il basilico tritato grossolanamente, il latte. 
Prendete la pasta fredda che potrete avere cotto in precedenza o naturalmente avanzata (anche se condita con pomodoro va benissimo) e mettetela nella ciotola del composto di uova insieme ai pomodorini tagliati a striscioline ed al salame a dadini, mescolando bene con una forchetta affinché il tutto non sia molto ben amalgamato.
Tagliate la scamorza a dadini.
Fate scaldare l'olio in una padella antiaderente (io ho usato una padella della Risolì che ho vinto con il contest di Lucy, del diametro di 18 cm e che da risultati fantastici) quindi dividete il composto formando una base di pasta su cui verserete i dadini di scamorza spargendoli su tutta la superficie. Coprite il formaggio con il resto della pasta ed alzate la fiamma. Compattate la pasta con una forchetta aiutando a prendere la forma di un tortino. Fate cuocere fino a che non noterete il formarsi di una bella crosticina, quindi con l'aiuto di un piatto, girate la frittata e continuate la cottura sull'altro lato. In genere sono 5 minuti per lato ma il vostro occhio è il giudice migliore. 
Servite calda, tiepida, fredda, come volete, e gioite! 
Partecipate, partecipate, partecipate! Il mio contest scade il 30 Settembre. 



mercoledì 5 ottobre 2011

E se avanza il risotto? Crocchette!

My baby just cares for me - Nina Simone 
In casa mia siamo dei risottari. Sarà che a me piace cucinarlo, sarà che ogni volta che lo faccio viene accolto come il piatto della festa, fatto sta che "we love risotto!" in tutte le sue molteplici versioni.
Sono diventata anche molto abile con le quantità, difficilmente sbaglio porzioni e ogni cosa viene puntualmente spazzolata. Però il mio ultimo risotto al radicchio rosso è avanzato! Devo premettere che i colpevoli non sono miei due mangioni preferiti. Tutto ciò è accaduto durante una sessione culinaria di cui vi parlerò in prossimo post, con due mie amiche americane, con le quali ho cucinato di tutto e di più e la classica porzione di risotto che abitualmente faccio per tre, è sembrata troppo insieme a cavatelli, polpette, salvia fritta e tiramisù! Vabbè, capisco. Lì per lì mi si spezzava il cuore al pensiero di buttare via quel meraviglioso vialone nano e poi odio buttare via gli avanzi! Ma una cosa che decisamente non sopporto è il risotto riscaldato, che diventa un pappone terrificante. Non ci ho pensato su molto. Ho messo tutto in frigo e alla Rossella O'Hara "ci penserò domani". 
Il giorno dopo, domenica poco prima di pranzo, avevo già i pici pronti da buttare, che mi si è accesa una lampadina. E se preparassi un piccolo appetizier con il mio risotto avanzato? Tutto è venuto fuori velocemente: ho preso il risotto freddo di frigo e ci ho aggiunto un uovo. Ho mescolato bene il tutto. Ho tagliato una scamorzina dolce che avevo a disposizione e raccogliendo nella mano l'impasto in piccola conca, ho aggiunto il dadino di formaggio ed ho chiuso la crocchetta con il riso, modellandola bene. L'ho passata ripetutamente nel pan grattato e l'ho immersa nella friggitrice della nonna, in olio extra vergine d'oliva ben caldo. Le ho girate delicatamente un paio di volte. Il riso ben freddo ha provocato uno choc termico perfetto, dando origine ad una crosticina spessa e croccantissima. Quelle che vedete sono loro, le golose palline di riso dorato dal cuore morbido appena fatte. Mio marito si è prodigato in complimenti per la bontà e per l'idea. Mia figlia è stata per lo più in silenzio, a bocca piena, preoccupandosi di ripulire il vassoio. 
La trovo una soluzione perfetta e velocissima. Si che fritto è buono anche un calzino, e sono certa che molte di voi già avranno adottato questa soluzione per lo smaltimento del risotto. Se avete soluzioni alternative, me le raccontate? Un bacione.