Se qualcuno mi facesse questa domanda non saprei onestamente cosa rispondere.
Guardando indietro la mia vita, posso quasi affermare di essere entrambe in una strana, disarmonica combinazione.
Sono stata cicala ogni volta che ho avuto la possibilità di partire, di viaggiare, anche solo per brevi periodi, per il piacere e la necessità di scoprire qualcosa di più di questo pazzo mondo (e quindi di me stessa).
Il destino ha voluto accompagnarmi ad una persona che non si è mai posta limiti se non quelli della sopravvivenza al quotidiano, diventando un complice di follie itineranti fino a che un virus maligno ha messo i freni a fughe e scorribande.
Sono formica in cucina, quando metto via vasetti, conserve, congelo alimenti da utilizzare nel tempo, stipo farine e spezie in dispensa, centellino gli ingredienti preferiti sperando che non finiscano mai.
A volte questo accantonare mi prende la mano e finisce che scopro alimenti scaduti che ahimé non riesco a riutilizzare e mi darei padellate in testa.
Allora capisco che essere formica in questo ambito è rischioso e forse la misura sta sempre nel mezzo.
Una cosa che so, che ho imparato, è che bisogna smettere di rimandare l'opportunità.
Se si ha occasione di fare qualcosa che desideriamo, se ne si ha la possibilità, non si deve rimandare.
Come diceva il buon vecchio Battiato "ne abbiamo avute di occasioni, perdendole, non rimpiangerle mai".
Quest'anno grazie al dono di una conoscente, sono venuta in possesso di diversi chili di ottime arance biologiche, ancora un poco asprine, così che ho deciso di lasciarle maturare per poi farne della marmellata da tenere in dispensa per la mia colazione (da buona formica).
Erano arance rosse, con una buccia sottile il che non mi avrebbe dato dei problemi sul fronte dell'"amaro" che rilascia in genere la parte bianca della zeste di agrumi.
Ho cercato in rete e mi è venuta in aiuto la cara Anna Gentile con la ricetta che ha fatto lo scorso anno quindi considerando quanto io stimi questa meravigliosa donna, blogger ed amica, ho deciso che avrei seguito la sua ricetta.
Che poi ho scoperto arrivare direttamente da un'altra incredibile persona e blogger eccezionale, la bravissima Giulia di Jul's Kitchen.
Insomma, ho potuto tuffarmi sul morbido, se capite cosa voglio dire.
Quello che mi sento di consigliarvi, quando vi accingerete a preparare la marmellata, lavorate sempre un chilo di arance alla volta.
Controllerete bene la cottura ed il risultato sarà eccellente.
Soprattutto, non abbiate fretta. Le cose buone richiedono calma e pazienza.
PS - La brioche che vedete in foto, è quella con biga che trovate sul blog.
Ingredienti per c.ca 8/10 vasetti da 200g
1 kg di arance biologiche con buccia edibile
2 litri di acqua
il succo di 2 limoni
1500 g di zucchero
Termometro digitale per zucchero
Una garza di mussola non trattata
- La sera prima lavate accuratamente le arance, asciugatele, tagliatele a metà e spremetele, raccogliendo tutto il succo in una ciotola. Dalle mezze sfere delle arance, aiutandovi con uno spilucchino, esportate la parte delle pellicine che contengono il succo e mettetele nella garza, così come anche gli eventuali residui e noccioli che resteranno sul vostro spremiagrumi. Chiudete la garza a sacchetto con poco spago e tenete da parte.
- A questo punto tagliate in 4 parti ogni metà di scorza e con un coltello affilato, riducetela in fettine sottili, anche la parte bianca senza nessun problema. Mettete le scorzette che otterrete in una ciotola.
- Versate il succo d'arancia, le scorzette e 2 litri d'acqua in una pentola o caldaietta per confetture, aggiungete il sacchetto di garza nel liquido e lasciate riposare tutta la notte.
- Il giorno dopo, accendete la fiamma sotto la pentola a calore alto e portata ad ebollizione, quindi abbassate la fiamma (medio bassa) e fate sobbollire fino a che il liquido non si sia ridotto della sua metà. Ci vorranno un paio d'ore.
- Una volta ridotti i liquidi, prendete una ciotola su cui appoggerete un setaccio di metallo rotondo, togliete la garza dalla pentola e trasferitela sul setaccio, quindi con un cucchiaio di legno o un pesta carne, cercate di strizzarla per fare uscire tutto il liquido. Importante perché questo liquido contiene la pectina che servirà alla vostra marmellata per farla addensare. Buttate il contenuto della garza.
- Versate il liquido nella pentola, seguito dal succo dei due limoni e dallo zucchero, mescolare e riprendete la cottura a fiamma media
- Quando il liquido ricomincerà a bollire munitevi di termometro e cominciate a monitorare la temperatura. La vostra marmellata dovrà arrivare a 105° affinché la pectina dia il via al processo di gelificazione. Se interromperete la cottura a 105° otterrete una marmellata morbida, a 108° una marmellata stile quella inglese. Oltre non è consigliabile perché raffreddando diventerebbe molto dura. Io ho optato per una via di mezzo, 106°, spalmabile ma ancora morbida.
- Appena sarà pronta, riempite i vasetti che avrete preventivamente sterilizzato, chiudeteli con tappi nuovi e ben funzionanti e capovolgete su un foglio di carta o canovaccio e lasciate raffreddare completamente prima di toccarli.
- Per apprezzare al pieno la marmellata, consiglio di conservare al buio in luogo fresco per almeno 2 settimane prima utilizzarla.
Meravigliosa questa marmellata di arance. La foto della fetta è pura poesia.
RispondiEliminaTi ringrazio infinitamente carissima.
EliminaL'unica volta che ho provato a fare una marmellata (di limoni) ho creato una schifezza...amara in modo incredibile e dura come un sasso. Voglio provare a seguire la tua ricetta, anche se sono sicuro che sbaglierò qualità di arance 😂😂😂. Un abbraccio AlbertoMassimo
RispondiEliminaDifficile sbagliare la qualità delle arance. Prendile prima di tutto bio e con molto succo. Meglio se hanno la buccia sottile.
EliminaNon ti buttare già. La mia prima marmellata di arance era talmente dura che quando ho rimesso i barattoli nella posizione corretta, la marmellata è rimasta attaccata al tappo.
Con il termometro non puoi sbagliare. Basta che resti tra le temperature indicate. Un abbraccio.