Amapola – J. LaCalle
Quando ho deciso di cominciare questo blog, ero convinta che l’amore e la curiosità verso la cucina ed il cibo fossero la motivazione portante, la cosiddetta “scintilla”. Ma andando avanti – e la strada percorsa è davvero ancora molto breve – mi sto rendendo conto che il blog altro non è che il contenitore perfetto della nostra memoria.
Il blog diventa un’ancora a cui ci aggrappiamo per recuperare pezzetti della nostra vita che altrimenti andrebbero perduti, la memoria di gesti d’amore che ci sono giunti attraverso sapori indimenticabili prodotti da mamme, nonne, donne meravigliose che spesso ci mancano.
E siccome per tutte noi “gastronome sentimentali”, cucinare è “servire amore”, ci ritroviamo a ripetere gesti che abbiamo visto fare alle donne della nostra vita, tentando per un attimo di riportarle a noi.
Ho avuto la fortuna di nascere da genitori provenienti da luoghi antitetici l’uno dall’altra. Mia madre nata sul Lago di Garda ha incontrato mio padre, di Roma e sono insieme da quasi 46 anni, dimostrando che le teorie leghiste poco si accordano con i sentimenti. Questa coppia così variegatamente assortita, aveva alle spalle due famiglie molto diverse ma simili nella povertà e nella difficoltà del vivere nell’Italia del dopoguerra.
Mia nonna materna, di cui parlerò oggi, nonna Teresa per tutti Gina, ha cresciuto 4 figli. Durante la guerra, nonno Donato era soldato e lei è rimasta sola a casa, con 2 bimbi piccoli ed uno in arrivo (mia madre). Situazione comune per tutte noi che abbiamo genitori figli della guerra.
Viveva a Gargnano sul Garda, cuore della Repubblica di Salò (avete presente Villa Feltrinelli, la casa del Duce?), uno dei borghi più belli del lago, in una casa in cima alla montagna, collegata al paese da una mulattiera allora quasi impraticabile. Ho trascorso la mia infanzia in questo posto ed è per me uno dei più belli al mondo: pensate solo di alzarvi la mattina con il rumore del ruscello che corre in fondo alla valle, ed affacciandovi alla finestra possiate vedere il lago in tutta la sua lunghezza da est ad ovest. Alle vostre spalle s’inerpica la collina fino a diventare montagna.
Immaginate intorno a voi prati verdi costellati di margheritine e piccole orchidee selvatiche, il tutto a coprire morbide colline terrazzate, e vigne e olivi ed alberi di amarene carichi di frutti nel mese di luglio.
Immaginate il rumore della falce nell’erba alta ed il profumo del fieno appena tagliato. No, non siete dentro un episodio di Heidi, ma potrebbe sembrarlo.
Beh, per una donna sola in tempo di guerra, quello che per noi bambini sembra il paradiso, poteva trasformarsi in un inferno. Mia madre mi racconta spesso che negli ultimi giorni della Repubblica di Salò, nel cuore della notte, una pattuglia di tedeschi ubriachi ha quasi sfondato a calci la porta di casa, e mia nonna nascosta in solaio con i bimbi addormentati ed il pancione di 7 mesi, pregava piangendo sottovoce che se ne andassero…
Questa nonna cosi forte e determinata, non era una cuoca ma sapeva dare grande sapore al nulla, ovvero quello che era disponile in quegli anni disgraziati.
Queste polpettine sono tradizionalmente un piatto lombardo molto conosciuto a Milano, ma presente in molte aree della regione, ed ogni famiglia sicuramente ci mette del suo. La mia nonna le faceva così ed erano speciali.
Involtini di verza di Nonna Gina.
- 400 gr di carne arrosto (non c’era carne in tempo di guerra, così la carne era sostituita da tanto pane e formaggio, ma in seguito gli involtini si sono arricchiti)
- 80 gr di salame crudo, o salsiccia o mortadella a vs. piacere.
- 3 cucchiai di parmigiano
- 3 cucchiai di pan grattato ( a vs. piacere)
- 50 gr. di prezzemolo tritato
- 1 spicchio d’aglio tritato
- 1 uovo
- sale, pepe, noce moscata, q.b.
- 1 piccola verza (in Toscana è il Cavolo cappuccio) di c.ca 600 gr.
- brodo vegetale
- una cipolla
- pancetta dolce a dadini
- vino bianco
Preparate le vs. polpettine tritando la carne nel mixer (io non la faccio troppo fine perché è piacevole sentire una certa consistenza quando si mastica) insieme al salame, quindi aggiungo il parmigiano, il pan grattato, l’aglio e il prezzemolo, l’uovo, il sale, il pepe e la noce moscata, e mischio tutto in una ciotola (ben bene con le mani perché i sapori si devono mischiare).
Preparo poi delle polpettine grandi come noci.
Successivamente scelgo le foglie più belle della verza, eliminando le prime più dure e le faccio lessare per un paio di minuti( 4 o 5 alla volta) in una capiente pentola con acqua bollente salata. Le faccio asciugare su un canovaccio, tamponandole se necessario con carta assorbente.
Dopo avere eliminato la costa centrale e diviso le foglie a metà, comincio a confezionare i miei pacchettini di verza mettendo al centro una polpettina e chiudendo la foglia con un filo di rafia (o altra cordicella alimentare). Questa e l’operazione più laboriosa, ma ci prenderete presto la mano.
Con questa quantità di impasto, dovreste ottenere c.ca 25 involtini.
Se avete un bel coccio di terracotta, sarà perfetto per la cottura. Preparate la cipolla tritata e la fate passire con la pancetta in 2 bei cucchiai di olio extra vergine (in Lombardia usano il burro). Quindi ponete i vostri involtini nel coccio e fateli rosolare qualche minuto quindi fate sfumare un po’ di vino bianco. Quando il vino si è tirato, cominciate la cottura versando via via del brodo vegetale caldo, coprite e proseguite per c.ca 30 minuti. Lasciate che gli involtini assorbano il brodo formando un delizioso sughetto alla fine.
Io li servo con del riso bianco, Arborio o Vialone che si insaporisce con il sughetto degli involtini.
Amapola: Nonna, questa è per te.
Hai perfettamente ragione!!!
RispondiEliminaTi ho scritto una mail rispondendo al tuo commento
nel mio post...chissà dove però!
Anche la mia mamma è di Gargnano!!!
Ti abbraccio
Gianly
Molto intenso il tuo racconto! Una ricetta davvero speciale :-)
RispondiEliminaè sempre dolcissimo quello che scrivi e meraviglioso. e con questi involtini hai centrato in pieno i miei gusti, verza, involtini e mortadella... I love you.
RispondiEliminati devo ancora un commento sulla ribollita, purtroppo non sono riuscita a farla domenica avendo scoperto di avere un esame oggi O.O
e non sono praticamente uscita dalla camera fino ad oggi...però è li, nella to-do list, pronta per essere fatta quanto prima...
ma...dici che nel ripieno posso metterci anche la carne macinata?
@Gianly: non ci credo...va a vedere che alla fine le ns. mamme si conoscono e noi ci siamo anche incontrate da ragazzine! Te lo immagini? Dobbiamo davvero parlare. Questa settimana sono via per lavoro, ma ti scrivo presto. Bacione, Pat
RispondiElimina@QCne:sei un tesoro. Ero un vena di nostalgie e domenica ho cucinato questi involtini e sono piombata nei ricordi...ahh queste Madelaines....
Ti abbraccio. Pat
@Veronica: Allora, la carne macinata non è proprio nella ricetta, ma nella zuppa di pane che si fa dalle ns. parti e che assomiglia tantissimo alla ribollita, il soffritto viene fatto con il rigatino o pancetta, quindi a tuo gusto credo che possa apportare una variante. Chissà, magari tiri fuori qualcosa di strepitoso! Fammi sapere ok? Abbraccione e in bocca al lupone perl'esame.
Ciao, complimenti per il blog e per la stupenda ricetta! Un abbraccio
RispondiElimina:)
RispondiEliminaGianly
Il blog è tante cose........a me ha tirato fuori e risollevato da un brutto periodo. E solo questo potrebbe bastare, altro che psicoanalisi!!!
RispondiEliminaottimi gli involtini di verza, anche io li faccio spesso!!
@ladyboheme: ma che bel nome che hai, per una innamorata di Puccini come me, e' un piacere conoscerti. Ho anche notato che siamo corregionali..ti chiedero' presto delle dritte golose su Firenze!
RispondiElimina@Gianly: smack!
@ziaelle: parole sante, concordo pienamente. Tenere un blog e' una terapia vivificante! Un abbraccione.
Patty, che dire? bello, bello, bello questo blog! Purtroppo, al momento non ho ancora sperimentato alcuna ricetta, ma mi riprometto di farlo al più presto!
RispondiEliminaSilvana, casalinga rivoluzionaria!
Bella ricetta e bellissimo post, complimenti! Nel mio blog c'è un candy, se ti va vieni a dare un occhiata e se ti piace partecipa, mi farebbe piacere, a presto Malù!
RispondiEliminaCiao Patty, i tuoi involtini sono invitanti e li proverò sicuramente, il tuo post è meraviglioso!!!!! Mi è piaciuto moltissimo sono pienamente d' accordo su quello che dici...Ti mando un bacio
RispondiEliminaPatrizia
Involtini di cavolo...altra ricetta intrigantissima....patty,sto quasi ufficialmente buttando fuori mia mamma dalla cucina...però tutti ringraziano ;-)....
RispondiEliminainanto metto in lista di attesa questi splendidi involtini e aspetto una ricetta carnevalizia(si dice?) perchè ne ho davvero bisogno! Besitos!
Ciao piacere di conoscerti questi involtini sono deliziosi e accompagnati da bellissimi ricordi!!!Mi aggiungo ai tuoi sostenitori cosi' da non perderti di vista , se ti fa piacere passa a trovarmi!!!A presto!!!
RispondiElimina@Silvana: e' sempre un piacere sentieri. Aspetto di leggere qualche tua succosa ricettina rivoluzionaria sul tuo blog. Ti abbraccio, Pat
RispondiElimina@Maria Luisa, sono felice di conoscerti. Il tuo blog e' molto tenero e sono tra i tuoi sostenitori. Passero' presto per il dandy. Buon blogcompleanno.
@Sarina, non sai quanto sono orgogliosa. Mi farai presto assaggiare qualcosa di tuo! Sono certa che sei forte anche ai fornelli. Bacio, socia di leggio!
@Rossella: carissima, sono già passata e sono tra i tuoi fan. Sono molto felice di conoscerti e ti ringrazio per i complimenti. Prova gli involtini, sono certa che saranno graditi. Bacione. Pat
Ciao Patty, c' è un premio che ti aspetta...passa da me a ritirarlo...bacio!
RispondiEliminaPatrizia
che piacere incontrare il tuo blog, io sono di Lecco vicina a Milano e questi polpette di verza sono il cavallo di battaglia della mia mamma, non riesco a farle mai uguale a lei manca sempre qualcosa... sono davvero appetitose e buonissime, ma ho apprezzato tantissimo il racconto che hai legato a questa ricetta... anche per me non c'è ricetta senza memoria...
RispondiEliminapiacere di conoscerti! Ely
Non ci credo!!! Ho letto da Ely il tuo commento...
RispondiEliminaaltra cosa in comune!
Senza intervento!
Bacio
Gianly
@Ramona: cara Ramona, grazie per l'informazione. Molto interessante. Mi piacerebbe ricevere quel bel premio...frutta in pentola e non in Dolci! Una bella sfida. Vedrai che qualcosa invento.
RispondiElimina@Ely: Ciao Eliii...è vero, manca sempre qualcosa, ma mi viene da pensare che sia quell'ingrediente legato all'essenza di una persona. Che a noi arriva solo attraverso i cibi cucinati da loro. Ho visto il tuo contest sull'Endometriosi. Mi sento coinvolta personalmente e sicuramente parteciperò con una ricettina per una causa importante. Bello il tuo blog!
@Gianly: Dai, non ci credo...siamo separate alla nascita! ehehe. Tu come stai? Hai ancora problemi? IO dopo l'intervento sono stata bene, mi è cambiata la vita. Ti abbraccio. Pat
Ciao Patty...grazie x essere passata a trovarmi,è un piacere conoscerti...:)))
RispondiEliminaComplimenti x il tuo blog,sono anche io ora una tua sostenitrice...
Un abbraccio e buona giornata!!!
Ciao, la tua ricetta dev'essere buonissima la proverò di sicuro! Volevo farti i complimenti anche per come scrivi, il tuo racconto mi ha commosso molto! Brava!
RispondiEliminaPs: anche io sono nuova, ho appena cominciato un blog... in due! Passa a trovarmi!
Roberta
il tuo "me lo spalmerei addosso" come ultimo commento al mio semifreddo mi fa pensare su di te e sull'idea che mi ero fatta di te.
RispondiEliminaahauhauh
Ciao! grazie di essere passata a trovarci sei stata molto carina! A presto!
RispondiEliminaChe buffo! io ero qui a leggere la ricetta, e tu chiami al telefono! quando si dice telepatia! :P
RispondiEliminaE' un piacere leggerti, come è un piacere conoscerti! sei tu nel blog, e questo lo rende già speciale! Poi con queste ricette deliziose!!
@Serena: è un piacere per me - il tuo pan di Spagna è un vero spettacolo!
RispondiElimina@Roberta: l'idea di un blog di coppia è veramente simpatica. Aspetto idee complici. Grazie per il sostegno.
@Veronica: ahahahaah...sei troppo forte! Non ho detto nulla che non pensassi veramente. Ti abbraccio (come è andato l'esame?)
@Juls: davvero? Non mi hai detto nulla...ero troppo curiosa di sapere della tua cena e mi sarebbe piaciuto venire, ma così su due piedi era difficile (e ieri sera ero proprio da buttare via!). Ma non mi perderò quella estiva! Promesso! Un bacione.
sto preparando i tuoi involtini dalle sei perdio.
RispondiEliminasono una frana nel legarli...
poi ti fornirò prova fotografica e potrai distrugermi la carriera da fodblogger.
nel mentre sto alternando un involtino a un cucchiaino di carne cruda :D
quell'impasto mi piace troppo...
p.s. la tua nonna Gina (che Dio l'abbia in gloria) si starà rivoltando nella tomba, me lo sento.
@Vero:allora, com'è andata la lotta impari con gli involtini? Son venuti buoni? Li puoi sempre spacciare come una tua ricetta, ti do carta bianca! Attendo report. Un abbraccione,
RispondiEliminaPat
Ciao Patty e complimenti per questa ricetta! Adoro la verza e gli involtini che hai preparato sono davvero golosi. Un abbraccio ed a presto.
RispondiEliminaCarissima, mi fa tanto piacere sapere che questa ricetta ti piaccia. Come te amo la verza e affini in tutte le salse, e adesso sono alla ricerca di un'idea per la verza rossa...qualche dritta? Un abbraccio e vengo a trovarti presto.
RispondiEliminaPat
Quanta poesia in questo tuo racconto così dolce e struggente e quanto sono belli i ricordi dell'infanzia che legano a persone care e a momenti indimenticati..
RispondiEliminaQuesti tuo involtini poi sono veramente straordinari, ricchi , gustosi e molto ben presentati...i miei fanno quasi pena al confronto..
Mi annoto la ricetta per la prossima volta che li preparerò
Un bacione