Domenica.
Dopo due anni di diserzione forzata, scappo una giornata al mare per illudermi di essere in vacanza e tentare di togliermi di dosso questo pallore post mortem.
So perfettamente che non sarà riposante, ma spero di perdermi nel rumore della risacca e delle cicale e trasformarmi nel clone del mio lettino.
Alle dieci siamo già sotto l'ombrellone e grazie al cielo, su di noi un ombrellone più grande: un centenario pino marittimo da cui filtrano come lame di luce, i raggi del sole.
Respiro. Cedo alla branda. E' mattino ma sono talmente stanca che dormirei.
Per decenza sfoglio svogliatamente una rivista femminile piena di graziosi consigli su come perdere chili alla vigilia delle ferie: tutte informazioni sagge, giuste e insopportabili.
Senza sentimento, lascio scorrere lo sguardo oltre la pagina, lì sotto dove campeggia il mio corpo da cetaceo spiaggiato e rassegnato e penso che per incoraggiare la lotta, a pranzo mi concederò un fritto misto di pesce.
Come volevasi prevedere, mi annoio dopo 5 minuti.
Dopo dieci sono già quasi isterica e decido di spalmarmi accuratamente la protezione solare per evitare di tornare a casa fosforescente e propongo a mio marito una passeggiata sul bagnasciuga.
Non ce la faccio già più a stare ferma e ci buttiamo fra la scia di carne umana non senza un certo disagio, perché il mio pallore è tale che rifletterò il bianco per chilometri come una boa d'emergenza al largo.
Pochi metri e siamo al mercato.
Pensavo di essere al mare: bancarelle di vestiti, costumi, scarpe, giocattoli, palloni gonfiabili, teli, cappelli, una parrucchiera nigeriana che per 20 euro ti stacca i capelli dalla cute promettendoti treccine impeccabili (ho dissuaso mia figlia prospettandole dolori inenarrabili già vissuti dalla sottoscritta in un passato ingenuo).
Mi aspetto di trovare più avanti il banco del pesce fresco ma mi sbaglio: c'è solo quello della frutta esotica.
Dov'è finita la spiaggia della mia adolescenza?
Facciamo lo slalom fra i banchi ben piantati sul bagnasciuga e riusciamo a scavalcare il delirio ma io sono già esausta e torno al punto di partenza questa volta via mare.
Riecco la mia isola di pace: il mio fido lettino.
Dalla mia postazione di controllo comincio il passatempo che amo di più: l'osservazione della fauna da spiaggia. Ogni volta la solita domanda: cosa spingerà decine e decine di sciagurati masochisti a 'gnudarsi e lasciarsi cuocere lentamente sulla graticola come una fetta di rigatino?
Non ho ancora trovato la risposta ma adoro osservare fino a dove arriva il coraggio individuale quando si tratta di spiaggia: il lungo, il basso, il pacioccone, la tigre della malesia con costume in tema, la supermamma devastata con 4 bambini ipercinetici che hanno già scavato buche dove potranno sotterrare il disgraziato che dorme sull'asciugamano, la cui schiena ha già il colore dell'uranio impoverito (non so che colore abbia, ma rende l'idea), la coppietta arroventata che avrebbe bisogno di una doccia fredda, la nonna tostata (che è più nera del caffè nero)...e mentre sono lì che stilo la mia lista dei tipi da spiaggia, l'ombrellone accanto al nostro, che fino ad un attimo fa era libero, adesso viene occupato da una coppia imberbe.
Lei, una giovanissima Goldie Hawn, biondissima, e come la Goldie, formato tascabile.
Due occhi blu che le occupano metà del viso ed un corpo che ha visto ore ed ore di palestra (non credo a madre natura).
Lui è il suo alter ego maschile, biondino, palestrato, mignon.
Entrambi sfoggiano una discreta collezione di tatuaggi. Tanti direi.
Lei in particolare li ha ovunque: braccia, spalle, caviglie (una croce nera gigantesca e orrenda), collo, polsi.
Poi mi da' le spalle per stendere l'asciugamano e non posso fare a meno di notare un lato B di imbarazzante perfezione: non un avvallamento, una cicatrice, una fossetta, un cedimento...due natiche belle, armoniose, tonde e così sode da far invidia alla mela Melinda.
Resto lì qualche istante quasi ipnotizzata perché non sono cose che si vedono tutti i giorni.
Mi ripiglio e cerco di darmi un contegno.
Mi scaravento supina sul lettino e chiudo gli occhi. La bellezza, maschile o femminile che sia, fa sempre piacere.
Un attimo prima di cedere alle lusinghe della brezza marina, realizzo e sorrido: grazie al Cielo, su quella bella tela non c'è neanche un tatuaggio!
La torta nuda, come la mela Melinda, è un dolce facile e buonissimo richiesto a gran voce dalla figlia che se l'è finito da sola.
Non è nulla di spettacolare se non una semplice decorazione che lo rende romantico quanto basta da essere usato per una piccola festa o un compleanno.
La rosa ed il pistacchio, ormai lo sappiamo, si amano di riconoscente amore.
NAKED CAKE ALLA ROSA CON RIPIENO AL PISTACCHIO
Ingredienti per uno stampo da 18/20 cm
4 uova medieg 100 di zucchero fine
g 80 di farina 00
g 50 di maizena
2 cucchiaini di acqua di rose
1 cucchiaio di sciroppo di rose
1 cucchiaino di lievito per dolci
1 pizzico di sale
Per il ripieno al pistacchio
100 g di pistacchi al naturale privati della
pellicina
200 ml di panna fresca
200 ml di panna fresca
150 ml di formaggio quark a temperatura
ambiente
2 cucchiai di zucchero a velo setacciato
2 cucchiai di zucchero a velo setacciato
Per la bagna
3 cucchiai di sciroppo di rose
1 cucchiaio di maraschino
mezzo bicchiere d’acqua
Per la glassa alla rosa e rifinitura
150 g di zucchero a velo
2 cucchiaini di acqua di rose
1 cucchiaio di succo di limone
acqua qb
granella di pistacchio
qualche petalo di rosa edibile
zucchero semolato e albume
- Preriscaldate il forno a 180°
- Separate gli albumi dai tuorli. Con la frusta elettrica montate i tuorli in una larga ciotola con 40 g di zucchero fino ad ottenere un composto spumoso.
- In un’altra ciotola montate gli albumi con l’acqua di rose e lo sciroppo, aggiungendo piano lo zucchero rimanente, fino ad ottenere una massa lucida e gonfia con picchi fermi. Adesso con una spatola, aggiungete gli albumi con delicatezza al composto di tuorli e mischiate dall’alto in basso per non smontare.
- Setacciate le farine con il lievito ed il sale, ed aggiungete il tutto alla massa di uova facendo attenzione a non smontarla.
- Foderate lo stampo a cerniera con carta da forno avendo cura di alzare il bordo dello stampo con la carta: sistemate una striscia di carta in maniera che questa superi il bordo di almeno 3 cm perché l’impasto crescerà molto in cottura. Fate cuocere per 30 minuti quindi fate la prova stecchino che dovrà uscire ben asciutto.
- Lasciate la torta 5 minuti nel forno spento, quindi fate raffreddare almeno una decina di minuti prima di toglierla dallo stampo. Successivamente lasciatela raffreddare completamente prima di tagliarla.
- Nel frattempo preparate il ripieno. Riducete i pistacchi in polvere in un mixer a impulso.
- Sbattete bene con una frusta il formaggio quark fino che non sia cremoso.
- Montate la panna ben ferma con lo zucchero a velo quindi aggiungetela al formaggio.Versate la polvere di pistacchi, mescolate il tutto molto bene e tenete al fresco.
- Preparate i petali di rose: sbattete un piccola quantità di albume e spennellate con delicatezza i petali di rosa. Cospargeteli con abbondante zucchero semolato e lasciate asciugare per almeno 30 minuti.
- Tagliate il dolce in 3 strati. Preparate la bagna miscelando lo sciroppo, il maraschino, l’acqua di rose e l’acqua in una ciotolina e spennellate con cura il primo strato. Ricopritelo con la metà del ripieno al pistacchio distribuendolo bene. Coprite con il secondo strato e procedete allo stesso modo. Ricoprite il tutto con l’ultimo strato.
- Preparate la glassa, mischiando l’acqua di rose ed il limone. Se necessario aggiungete piccole quantità di acqua per ottenere una glassa fluida come miele.Versate la glassa sul dolce con decisione in maniera che copra tutta la superficie e coli lungo i lati.
- Attendete che si solidifichi: ci vorranno 30/45 minuti. Completate la decorazione con i petali brinati, granella di pistacchio ed una o più rose a piacere.
- Conservate in frigo fino al momento di servire.
Guarda io penso che ci facciamo davvero troppe fisime! E troppo bianche e troppo grasse e troppo vecchie e troppo lì e troppo là e guarda quello e vedi l'altro! Per me la spiaggia sono l'acqua e la sabbia. E' una giornata dentro e fuori dal mare, saltare e giocare e paciugare e godersi il proprio corpo nudo e l'aria. Certo se si è in troppi è un problema. Ma perché dovrei torturarmi sulla mia sfumatura di colore se non prendo il sole da due anni? E' quel che deve essere. E se il mio passatempo preferito non è la palestra, ovvio che avrò un corpo diverso da chi ci vive dentro, tra l'altro a me la palestra, col neon, l'aria condizionata, senza finestre, coi suoi movimenti ripetitivi, pare uno dei luoghi più alienanti della terra. Ma il mio corpo è umano vivaddio. E quindi me lo godo, così com'è, e lo uso per quel che mi sa dare, anche se ovviamente lo preferirei un po' diverso, ma non al punto di provare disagio o di lanciarmi nel confronto con ongi individuo che passa. Poi c'hai pure il pino marittimo, ma ti rendi conto che fortuna?
RispondiEliminaVuoi qualche tatuaggio cancellabile
RispondiEliminaCon un serpente o un dinosauro? La Pulce ne ha una discreta collezione.....